Filati italiani di altissima qualità

Filati italiani di altissima qualità, ci immergeremo in un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di piccole realtà che producono filati

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Conta con me

Ciao Sono marina e questo è il mio podcast conta con me, qui si parla di uncinetto e del suo potere magico, quello di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

FILATI ITALIANI DI ALTISSIMA QUALITà, FILIERA CORTA

Questa puntata non ha l’ardire di essere esaustiva, è più un quadro generale un punto di partenza.

ti lascerò un link al sito “lanaiole” dove potrai trovare l’elenco della maggioranza delle attività legate agli allevamenti e alla produzione e lavorazione della lana sul territorio italiano, chi giorno per giorno lavora per dare valore alla lana delle pecore italiane.

https://lanaiole.weebly.com

Non accontentarti però,  se ti interessa l’argomento, naviga e ricerca informazioni specifiche, ne troverai molte e relative alla tua regione.

Bellissime realtà, fattorie e allevamenti di pecore, alpaca,  capre cachemere e capre angora, a conduzione familiare che puoi visitare in luoghi meravigliosi.

 E tutte le attività correlate: i corsi di filatura, tintura naturale, tessitura e feltro.

Un vero paradiso per gli appassionati, alternative interessantissime ai soliti luoghi di vacanza.

Il mercato dei filati è immenso, dalle fibre più commerciali, a quelle ricercate e di nicchia.

Attualmente, gli allevamenti più grandi e le industrie di lana più avanzate si trovano in Australia e Nuova Zelanda. 

La maggior parte dei  filati prodotti in larga scala provengono da allevamenti intensivi dove lo standard produttivo prevede ritmi accelerati che inevitabilmente pongono poca attenzione al benessere degli animali.

E’ un argomento delicato e complesso che richiede attenzione, corretta informazione e tempo, lo affronteremo in un altro momento.

Oggi mi voglio concentrare sulle realtà italiane.

Piccole realtà che producono filati da allevamenti estensivi, cioè con un numero ridotto di animali e grandi pascoli in cui brucare in libertà.

In questi allevamenti estensivi gli animali sono al primo posto, chi li alleva è appassionato e li ama profondamente ed è attento alla loro serenità.

Spesso sono a conduzione familiare e la tosatura avviene una volta all’anno, in tarda primavera, garantendo una produzione che rispetta i ritmi naturali degli animali.

Le fibre prodotte in questi piccoli allevamenti estensivi hanno una filiera molto corta e sono completamente tracciabili.

La resa annuale delle fibre è ridotta perchè risente direttamente delle dimensioni degli allevamenti e delle tempistiche di lavoro delle piccole manifatture.

ma la loro unicità e personalità le rendono preziose, lontane dalla perfezione e ripetibilità di un filato industriale, questo è un filato di nicchia di alta qualità.

 (cito testualmente le lanivendole di genova):

Ti puoi aspettare di ricevere un filo onesto, semplice e schietto 

Il bello delle imperfezioni: se trovi quello che potrebbe sembrare un difetto, in realtà, è un pregio.

Ogni fase di lavorazione partendo dalla pulizia del vello ha un impatto ambientale molto basso, rispettoso dell’ambiente e quindi di qualità!

Spesso le fibre non vengono tinte, si approfitta delle diverse meravigliose tonalità dell’animale, oppure si utilizzano le tinture naturali.

Il 9 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Europea della Lana, una data simbolica che segna l’inizio del periodo della tosatura.

Ogni anno, in questa giornata, si tiene un convegno per fare il punto sullo stato dell’arte della produzione e dell’utilizzo delle lane autoctone.

È un momento per riflettere sull’importanza di queste fibre e la necessità di ritrovarne il suo valore, non solo economico,  soprattutto sociale e culturale.

L’Italia ha una lunga storia di artigianato laniero. Per secoli, prima della crisi industriale, la manifattura laniera ha trainato l’economia italiana.

Negli ultimi anni, c’è stato un rinnovato interesse per le tradizioni locali e la produzione a basso impatto ambientale.

Gli allevatori di ovini per la produzione di carne e latte hanno un problema con lo smaltimento della lana, perchè è considerato come un rifiuto speciale e che va smaltito secondo modalità e regole ben precise, e tutto questo ha un costo per gli allevatori.

Lo smaltimento si può fare solo presso soggetti autorizzati e secondo normative precise, perché è considerato un materiale a rischio igienico-sanitario.

Cosa fare della materia prima senza che venga sprecata?

Agenzie, cooperative, istituti, e startup stanno lavorando per trasformare la lana da rifiuto a risorsa, creando prodotti ecologici e sostenibili.

Lo scopo è quello di portare proposte concrete per rimettere in circolo questa risorsa in modo ecologico e solidale, e nello stesso tempo sostenere il mondo della pastorizia.

C’è la necessità di ristabilire un legame tra chi produce lana e chi sa trattarla, chi può lavorarla con arte e artigianato oppure utilizzarla in modi alternativi, nell’edilizia o in agricoltura.

Ma ritorniamo ai nostri amati filati italiani di altissima qualità,

Quali animali vengono allevati In Italia per la produzione di questi filati di altissima qualità?

Non solo pecore,

anche alpaca, capre cachemere e capre angora.

Le fibre vengono filate in purezza oppure mischiate per creare meravigliosi fili dalle caratteristiche uniche.

Gli alpaca

Gli alpaca sono dei camelidi originari dell’America latina, allevati sugli altopiani. Hanno la capacità di adattarsi alla quasi totalità degli ambienti, quindi anche in Italia vivono molto bene.

La fibra di alpaca è una delle più pregiate ed è tra le fibre migliori al mondo, il vello ha tantissimi colori ne sono stati  riconosciuti ufficialmente oltre 20, che vanno dal bianco al beige, via via più scuri fino ai marroni e neri.

Un’importante caratteristica di questa fibra è l’assenza di lanolina, un olio tipico della lana di pecora che può provocare stizzosità nelle pelli più sensibili, e l’alpaca appunto ne è sprovvista. La sua lana è setosa, voluminosa, dalla struttura ondulata ed elastica.

Gli alpaca sono animali intelligenti, puliti, in salute, molto curiosi e pazienti. Possono essere addomesticati, portati a passeggio, a saltare ostacoli e rispondono ai gesti del proprietario ed al tono della sua voce.

Molte fattorie che li allevano organizzano per il pubblico passeggiate con gli alpaca.

Capre cachemere

Le capre cashmere sono molto rustiche, possono vivere all’aria aperta nelle zone di montagna allo stato brado durante tutto l’anno, in qualsiasi  stagione, anche nelle zone più povere e impervie e in ambienti rocciosi.

Si cibano di erbacce e piante infestanti che gli altri animali disprezzano,

Hanno una funzione di “diserbante naturale”,  e puliscono il  sottobosco,

Molto preziose quindi per il territorio.

Il cachemere viene definito la Fibra dei Re, è una fibra pregiata con delle caratteristiche veramente stupende! Morbida, fine, opaca e ondulata.

Ha la capacità di mantenere una temperatura corporea costante, di assorbire l’umidità,, di essere antistatica, di amare l’acqua e di infeltrire meno della lana.

Le capre d’angora

Le capre d’angora, hanno origine dalla Turchia, diffuse poi in varie parti del mondo e anche in’Italia. Sono animali di taglia piccola, i volumi di fibra che si possono produrre sono piuttosto modesti e devono essere tosate due volte all’anno a marzo e a settembre.

La loro vello è morbidissimo, bianco e lucente,  si utilizza per produrre il nostro amato mohair.

Conclusione

Il nostro viaggio di oggi ci ha mostrato che la tradizione e l’innovazione possono andare di pari passo. Abbiamo scoperto piccole realtà italiane che producono filati italiani di altissima qualità rispettando l’ambiente e gli animali.

Se questo episodio ti ha incuriosito ti invito a esplorare di persona queste realtà e a sostenere chi lavora con passione per mantenere vive le tradizioni artigianali italiane.

Ed ora il nostro progetto,

quante pagine di diario avete lavorato?

Oggi impariamo a cucirle insieme, ci sarà utile ogni volta che vogliamo assemblare una sequenza di pagine specifica, delle pagine che caratterizzano un periodo particolare, delle lavorazioni a tema per esempio.

E che terremo come custodi dei nostri esperimenti.

Se ti può interessare l’articolo sulla cretività

libera la tua creatività

Filati italiani di altissima qualità

LIBERA LA CREATIVITA’

Il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione.

podcast di uncinetto

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

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Conta con me

Ciao io sono Marina e questo è il mio podcast, qui ti parlo di uncinetto e del suo potere magico, si il potere di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

E’ l’ultima, si l’ultima puntata della prima serie di questo podcast, conta con me.

Ti voglio parlare di creatività, noi che lavoriamo a uncinetto ci imbattiamo costantemente, anche se non ce ne accorgiamo.

E’ vero, spesso utilizziamo tutorial o schemi già pronti perché abbiamo visto un progetto che ci piace e lo vogliamo replicare. Ma difficilmente seguo letteralmente il modello, diventa più che altro una guida, spesso o sempre lo adatto ai miei gusti, capacità o semplicemente a mia interpretazione, cambiando e modificando, aggiungo o tolgo.

E quindi, anche in questo caso la creatività mi è più che utile per trovare escamotage e soluzioni.

Ma cos’è la creatività?

Un piccolo e prezioso libro di Nicoletta Freti,  ci viene in aiuto, Il respiro dell’arte, ti lascio il link se vuoi approfondire.

La facoltà creativa appartiene ad ogni essere umano, non solo all’artista.

La creatività è in tutti noi e la utilizziamo più o meno consapevolmente in ogni aspetto della nostra vita,  per affrontare i problemi e le sfide quotidiane.

Perciò è un patrimonio che va coltivato perchè un bene prezioso utile in qualsiasi situazione. Coltivarla e svilupparla può arricchire la vita personale e professionale, offrendo nuovi modi di vedere e interagire con il mondo.

Quindi tutti abbiamo potenzialità creative, ma le sappiamo utilizzare? 

La vita ti richiede flessibilità e capacità di essere mutevole e inventivo per affrontare le sfide quotidiane, hai la necessità di sviluppare e attivare queste potenzialità creative.

Essere creativi non significa tanto creare dal nulla quanto avere le capacità di mettere insieme in modo nuovo cose esistenti.

Non è un semplice copia e incolla di parti differenti.

E’ saper creare un insieme coerente e strutturato, che abbia un senso. Questo tutto diventa maggiore della somma delle parti.

La creatività ti rende protagonista attivo della vita, ti fa sentire vivo. Ti fornisce uno stato di benessere legato all’impegno e alle sfide.

La pratica artistica è usata spesso per far affiorare sentimenti e stati d’animo oscuri, è espressione di quello che hai dentro, occasione di consapevolezza, di conoscenza del tuo mondo interiore.

Il momento espressivo ti dona benessere e qui potresti accontentarti, ma puoi anche andare oltre e cercare di comprendere ciò che hai prodotto e scoprire degli aspetti imprevisti e sconosciuti.

Come sappiamo che stiamo attivando la nostra creatività, che cos’è, come la riconosciamo?

E’ una nuova idea , un’intuizione, punto di vista insolito, diverso, imprevisto da cui osservare le cose.

Un’illuminazione che affiora istantaneamente e non attraverso un procedimento logico, è come una lampadina che si accende improvvisamente in una stanza buia.

Hai mai provato quella sensazione istantanea di “sapere” qualcosa, anche se non ti puoi spiegare esattamente come o perché sei arrivato a quella conclusione, che

non ti ha richiesto un’analisi dettagliata o un ragionamento elaborato, ma piuttosto è emerso  spontaneamente, in modi sorprendenti e inaspettati.

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

E’ uno stato mentale in cui sei immerso in un’attività che ti assorbe e ti estranea dal resto del mondo.

Questo stato, descritto dallo psicologo  (cikzen miali)  Mihaly Csikszentmihalyi, è spesso caratterizzato da un alto livello di produttività e creatività.

In questi momenti le idee e le intuizioni scorrono facilmente, e provi una soddisfazione intensa per quello che stai facendo. L’atto creativo stesso è fonte di piacere e soddisfazione, indipendentemente dal risultato finale. La fatica mentale o fisica spariscono,

Il flow si verifica quando affronti una sfida che è bilanciata rispetto alle tue capacità. Se la sfida è troppo facile, subentra la noia; se è troppo difficile, subentra la frustrazione.

La massima concentrazione e motivazione la raggiungi quando sei coinvolto in quello che stai facendo, in un equilibrio tra la difficoltà da superare e le tue competenze.

Durante il flow, ti senti sicuro dei tuoi mezzi. Diventi più consapevole del valore effettivo delle tue abilità e la voce interiore critica si attenua, permettendoti di lavorare liberamente e senza paura di giudizio.

In particolare, in questo stato, decidi di staccare la spina alla tua capacità di giudizio e quindi sparisce la vocina critica che riecheggia a volte nella tua testa.

Questo ti rende finalmente libero di creare e sperimentare.

Durante il flow, le idee innovative emergono con maggiore facilità.

Ti permette di produrre una quantità significativa di lavoro di alta qualità in un periodo di tempo relativamente breve.

Lavorare in flow migliora le tue abilità, affrontando sfide appropriate e apprendendo nuove tecniche.

L’esperienza del flow riduce lo stress e aumenta il senso di benessere complessivo.

Il flow è un’esperienza potente e trasformativa, ti connette profondamente con il tuo potenziale creativo permettendo di esprimerti in modo completo e autentico.

Tutto bello e fluido, ma.. ci sono ostacoli che puoi trovare al pensiero creativo?

Rigidità e abitudine sono le grandi nemiche della creatività.

Come funziona di solito, cosa succede quando dobbiamo risolvere un problema o affrontare una sfida

ebbene la tua mente applica automaticamente quelle soluzioni che hai usato precedentemente  e si sono rivelate giuste, adeguate che ti hanno risolto la situazione. Ovviamente questo è un modo valido per affrontare la tua quotidianità, i tuoi compiti.

Diventa  però un ostacolo se hai bisogno di nuove idee.

Anche le critiche inopportune possono bloccare il pensiero creativo e mi riferisco in particolare al nostro critico interiore, repressore e censore. Cioè la nostra voce interna che critica e svaluta.

Il critico che ospitia, è un personaggio cinico, perfezionista e inappagabile.

Le intenzioni possono sembrare buone, il suo compito è quello di proteggerti dal dolore e dalle delusioni, non vuole farti fare figuracce, ansioso che puoi commettere errori. Questo limita fortemente le tue capacità di creare.

Non vai mai bene come sei, fai sempre sbagliato, brutto, insignificante. Ti fa fare paragoni, rivela difetti e si preoccupa del giudizio degli altri. Insomma mina la tua autostima, blocca la persona e l’artista.

Possediamo però anche un altro personaggio che contrasta ed equilibra: il bambino interiore.

E’ la nostra parte più vitale, infantile, quella che sa sperimentare e creare divertendosi, che riesce a provare sensazioni intense e di stupore e meraviglia.

Se riesci a frenare l’azione del critico, puoi fare spazio al bambino interiore, uno spazio protetto in cui il tuo essere più sensibile può manifestarsi e in cui poter lavorare senza curarsi del risultato, dove ti dai il permesso di sbagliare.

Non è ovviamente sbagliato giudicare in sé quanto farlo troppo presto.

Prima devi fare spazio al gioco e alla sperimentazione per non bloccare la fase generativa, rinvii il giudizio in una fase successiva.

La critica è importante se fatta nel momento in cui ci sono elementi sufficienti per valutare.

E’ la pratica della sospensione temporanea del giudizio: non viene naturale, va esercitata.

Quali sono i processi creativi che adottiamo e che danno buoni risultati:

1 fase di preparazione (attiva):  è la fase inziale, metti a fuoco l’obiettivo, raccogli informazioni e conoscenze sull’argomento, formuli le prime ipotesi  e ricorri all’esperienza pregressa.

2 incubazione, fase passiva: la ricerca si ferma e il problema viene rinviato, lasci che le idee maturino nella mente, spesso inconsapevolmente, la soluzione arriva quando non ci pensi più.

3 illuminazione: il momento di Eureka! In cui emerge un’idea brillante. La soluzione si manifesta d’un tratto, chiara e senza sforzo, può capitare di vedere la soluzione in sogno.

4 fase della valutazione: ok hai la tua buona idea, ora devi essere capace di darle forma concreta. Riscontro con le reali possibilità di realizzazione. La valutazione va fatta in rapporto al contesto e all’obiettivo. Un’idea non è bella o brutta, giusta o sbagliata, dipende dallo scopo.

5 fase progettuale: prevedi aiuti e ostacoli, fai un piano di azione, delle tappe per lo svolgimento del lavoro.

Il processo però non procede in modo lineare.

Queste fasi per un creativo, non sono sempre separate e distinte, il pensiero creativo alterna momenti di apertura e chiusura, di espansione generatrice e di concentrazione valutativa.

Alterniamo momenti di ideazione a momenti di considerazione, un’alternanza di razionalità e intuizione.

La razionalità ha bisogno della parte intuitiva per accedere alla fonte creativa, e la componente intuitiva ha bisogno della ragione per non perdersi.

Il flow concentrazione motivazione gratificazione

E’ capitato anche a te, quando fai tutti i tentativi possibili per creare un’idea o una soluzione e nonostante gli sforzi non funzionano, ti fai prendere dall’ansia e dalla frustrazione e a volte ti arrabbi, più si cerca di fare e meno idee arrivano.

In questi casi è meglio fermarsi, restare nell’incertezza, con fiducia, non è facile rimanere nell’attesa ma devi avere fiducia che qualcosa matura e si trasforma.

La fase della ricerca è fondamentale, perché le idee non arrivano senza cercarle, devi darti da fare spingerti al limite e poi affidarti al processo certo che qualcosa arriverà.

Sei capace di restare in attesa senza riempire il vuoto. In realtà non è realmente vuoto, ma è uno spazio denso di possibilità, non è un comportamento passivo, è abbandonare un po’ la certezza.

Abbiamo visto l’importanza di osservare in modo non condizionato

Ora è arrivato il momento di giudicare

Sia chiaro, non giudichiamo col criterio del bello o brutto.

Osserviamo e proviamo a comprendere,

possiamo notare zone di disarmonia o parti non riuscite o meno efficaci senza giudicare negativamente un lavoro. Ci dobbiamo avvicinare al lavoro sospendendo il più possibile i preconcetti e prendendo le distanze, con distacco e senza dare nulla per scontato.

Lo spazio creativo è lo spazio della vitalità e del benessere, dell’apertura e della fiducia nelle idee cui ciascuno di noi attinge per sentirsi in accordo con il fluire della vita.

Come abbiamo visto è anche lo spazio della paura dell’incertezza e dell’ignoto.

Olivero Toscani dice che la creatività non è una fonte inesauribile, va allenata e alimentata con stimoli sempre nuovi, ci sono quelle volte in cui si esaurisce, ti senti incapace privo di forze.

Prenditi una pausa, dai il tempo alla tua creatività di riposare e ricaricarti. L’artista non ha paura di sbagliare, ma sta in uno stato di totale insicurezza. Qualcosa di creativo nasce da un momento di incertezza. Il momento di maggiore insicurezza è un momento di creatività.

La creatività è alla base di nuove invenzioni e progressi tecnologici.

Aiuta a trovare soluzioni nuove ed efficaci ai problemi esistenti.

Permette alle persone di esprimere se stesse in modi unici e significativi.

In un mondo in continuo cambiamento, la creatività consente di adattarsi e prosperare.

Ed ora osserva il tuo progetto, la tua opera

Ti sei messo in gioco, hai lavorato, ideato, creato, in un alternanza di possibilità e incertezze

è arrivato il momento del giudizio,

Hai imparato, non giudicare col criterio del bello o brutto. Osserva e prova a comprendere in maniera profonda e sfumata, senza limiti

Il flow concentrazione motivazione gratificazione.

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Oggi parliamo di errori all’uncinetto, dei 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti.

ma soffermiamoci un attimo, riflettiamo sul significato di errore.

podcast conta con me – ascolta ora

Ricordiamoci che non possiamo evitare di commettere errori.

Sbagliare è qualcosa a cui non si può rinunciare, perchè l’errore è una fonte di apprendimento per il nostro cervello, che impara molto più velocemente e assimila le nuove informazioni proprio dall’errore.

L’errore è una preziosa esperienza di crescita e può portare a novità inaspettate che possono superare anche le nostre stesse aspettative, quanti esempi nella storia di grandi scoperte grazie proprio a degli errori.

Anche se siamo consapevoli di non poter non sbagliare e dei suoi benefici, facciamo di tutto per tenerci lontani dagli sbagli.

Quando commettiamo uno sbaglio e lo ripariamo, rimane in noi comunque il disagio di averlo commesso, ci chiediamo “come ho potuto sbagliare così?”

Quindi c’è un modo giusto di sbagliare? Come possiamo imparare a sbagliare? Una sorta di pratica dell’errore.

Accettazione

Ecco, prima di tutto dobbiamo sapere di poter sbagliare, lo accettiamo, è nella nostra natura, accettiamo di essere fallibili,

lo so io, lo sappiamo tutti, lo abbiamo letto ovunque e lo diamo per scontato, ma è davvero così? Ci diamo davvero il permesso di sbagliare? Sappiamo davvero sbagliare? Questo concetto è anche legato all’assumersi la  responsabilità del proprio errore senza ricorrere alla colpevolizzazione.

Riconoscimento

E’ importante riconoscere l’errore e darne la sua reale rilevanza. Dobbiamo ridimensionarlo, spesso carichiamo l’errore di un significato e un peso che non ha. E le emozioni che proviamo non sono tanto legate alla gravità dell’errore in sé, quanto al peso che  stiamo dando alla situazione.

Un altro passo importante è fare i conti con le nostre risorse e capacità, è indispensabile riconoscere i propri limiti perchè poi dobbiamo poterli superare.

A questo punto dobbiamo mettere in campo il nostro coraggio, a scapito del perfezionismo, si ….rinunciamo alla perfezione per assumerci dei rischi.  Questo vuol dire allenare il coraggio di mostrarci imperfetti. Oltre alla probabilità di farcela, molto alta, vuoi mettere l’enorme soddisfazione di averci provato?

E’ paradossale come crediamo che mirando alla perfezione ci stiamo in qualche modo muovendo verso il miglioramento e la crescita.

E invece, al contrario,  ci troviamo incagliati, rimaniamo fermi nella nostra zona di comfort, rinunciando a metterci alla prova.

Andiamo oltre la paura di sbagliare, pratichiamo l’imperfezione e scegliamo sempre di provare qualcosa di nuovo, cominciando dalle piccole cose, oggi nuovo gusto di gelato! sperimentiamo e rinunciamo a controllare tutto.

E tu, come te la cavi con la gestione degli errori?

I 12 errori a uncinetto che abbiamo fatto tutti

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti, vediamoli insieme.

Questi sono gli errori che più o meno tutti abbiamo fatto, io forse qualcuno in più e tu? Ci sei cascato?

Foglio e penna e spunta i tuoi.

Commettere degli errori a uncinetto è inevitabile e direi indispensabile, per imparare e scoprire cose nuove, dobbiamo riconoscerli e correggerli,  è il nostro allenamento per fare bene.

Sai che quando ho imparato a correggere l’errore 3 e 10 ha cominciato ad andare davvero bene?

Errore n. 1 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

E’ molto importante se sei all’inizio, Ne abbiamo già parlato nella prima puntata ed è la scelta del filato e dell’uncinetto. Non dobbiamo scegliere quello che ci piace di più che ci meraviglia, ma quello più facile da lavorare. Si, perché all’inizio è un attimo farsi prendere dallo sconforto e abbandonare tutto. Filati morbidissimi e pelosi che non riesci a disfare se fai un piccolo errore! Ah il mohair, filati che non scorrono bene, quanta fatica e mal di mano!

E l’uncinetto? Di quale numero? Sicuramente il suggerimento che ci fornisce l’etichetta del filato è un’indicazione che ci può aiutare, poi però dobbiamo fare delle prove per capire il numero che funziona meglio per noi, per la nostra mano e tensione.

Errore 2 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Iniziare continuamente nuovi progetti e non completarne nemmeno uno

questo non è un errore di per sé, può essere un atteggiamento che rispecchia chi siamo e il nostro modo di essere, come chi ha in lettura diversi libri perché interessato a più argomenti, perché privarsene.

E’ un modo per sperimentare e provare e inventare cose nuove.

E quindi va bene avere più progetti iniziati contemporaneamente, variare e andare alla ricerca di nuovi stimoli.

Ci piace navigare nel web e scovare tecniche e costruzioni particolari, oppure vedere un filato e immaginarci subito cosa porteci fare per esaltarlo al meglio, e non possiamo fare a meno di cominciare subito, l’ebrezza dell’entusiasmo.

Il precedente lavoro perde immediatamente fascino, non ci interessa più e lo lasciamo lì..insieme a tutti gli altri che hanno fatto la stessa fine prima di lui.

E’ questo il  problema cioè quando davvero ne iniziamo continuamente di nuovi senza nemmeno darci il tempo di progredire, li abbandoniamo subito a languire per sempre nelle nostre borse progetto. Ci pervade quell’inquietudine, quel vago senso di frustrazione del non essere mai soddisfatti.

Se lo ammettiamo con noi stessi, possiamo trovare

diversi metodi per arginarlo.

Dall’america ci viene in aiuto il  metodo gideon, ne approfondirò l’argomento in una puntata bonus.

Fai ruotare i tuoi progetti dedicandogli univocamente 12 ore di lavoro (non continuative, eh, avrai un app che ti aiuta a  contare ogni volta che prendi in mano il lavoro) però in quel periodo per un totale di 12 ore lavori esclusivamente quel progetto.

Cosa succede se decidessimo di terminare prima delle 12 ore?

Nulla di grave!  in questo caso detto progetto ritornerà in fondo alla coda e non lo potremo riprendere  fino alla rotazione di tutti gli altri.

Quello che preferisco è avere un ventaglio di lavori variegato, 1 per tipologia, es calzini, cappello, maglia, coperta, non iniziare una maglia se ne ho già una in lavorazione, ecc, ecc

Oppure avere un lavoro per ogni momento, es il lavoro piccolo da portarci dietro, il lavoro complicato che richiede attenzione, il lavoro grande e rilassante davanti alla tv, ecc, ecc

Errore n. 3

Non disfare, soprattutto quando si è principianti, abbiamo fatto con gran fatica le nostre 3 righe… ci accorgiamo di un errore, magari il numero di maglie è diverso, sappi che è meglio disfare per cominciare bene altrimenti tutto il lavoro procederà storto.

Errore 4 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Continuare a disfare, si dirai questo è il contrario dell’altro, infatti, intendo che se continuiamo a disfare e ripetere da capo, con la fissa del perfezionismo,  la frustrazione sarà grande e non ci resterà che abbandonare.

L’inizio, le prime righe spesso sono le più ostiche perché il lavoro è piccolo, i punti non delineano ancora la trama, non si capisce se stiamo facendo bene, la tensione è molto stretta, non riusciamo a tenere bene in mano il lavoro.

A questo punto è meglio continuare per potere ingrandire e capire meglio, tenere più facilmente in mano il lavoro e avere la tensione più morbida. E’ utile fare queste prove, un campione che ci aiuta a capire.

Un suggerimento: si potrebbe partire facendo qualche riga di maglie basse, magari utilizzando un altro colore, e poi iniziare la vera lavorazione del progetto. Questo permette di avere una buona base con il numero di punti corretti per fare delle prove.

Errore 5

Non usare i marcapunti. Lo confesso io non amo i marcapunti chi mi conosce lo sa bene. I marcapunti sono degli aggeggini, come delle piccole spillette, dei lucchettini di plastica o metallo che servono per marcare le maglie. A volte io utilizzo delle forcine o dei fermagli da ufficio.

In alcune lavorazioni, soprattutto a inizio e fine riga sono fondamentali per non perdere i punti e renderli visibili. Vanno utilizzati così da non rischiare di ritrovarci con meno maglie ai bordi e dover disfare in continuazione.

Errore 6 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Ne abbiamo già parlato….ma un ripassino non fa mai male, acquistare d’impulso, non è mai una buona idea, i filati vanno valutati in base alle nostre capacità di lavorazione e le nostre capacità di prendercene cura e sapendo già la loro destinazione.

Comprare filati solo perchè ci piacciono o perché vanno di moda, davvero non è mai una buona idea.

Errore 7 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Non fare il campione (lavato e stirato). Anche qui chi mi conosce lo sa non amo fare il campione. Non è una vera e propria presa di posizione, è che quando faccio il campione tutt’oggi non rispecchia poi calcoli del capo finito. Mi spiego meglio. Il campione di solito è una piccola lavorazione 10×10 con il filato e l’uncinetto che si intendono usare per il progetto scelto. Si lava si asciuga e si stira e poi è pronto per le misure. Quante maglie in 10 cm quante righe in 10 cm?. E poi con le varie moltiplicazioni possiamo calcolare i punti e le righe totali del capo, è più facile a farsi che a spiegarlo.

Ma qual è il mio problema? È il fatto che quando lavoro un progetto molto piccolo che è quello del campione 10×10 di solito ho una tensione stretta molto più stretta della tensione che poi ho di solito nel capo finito. Quindi anche se faccio il campione i calcoli non mi vengono mai corretti.

Per cui di solito lavoro un campione grande, che però per non sprecare filato e ore di lavoro trasformo in scaldacollo oppure in cappello, si perché il quadrato o il un rettangolo che ne esce, si può cucire unendo i due lati corti creando un tubo,  uno scaldacollo, e se si cuce anche la parte alta, la corona, questo si trasforma in un cappello.  Ma fermiamoci qui ne parleremo dettagliatamente più avanti del campione.

Errore 8

Sbagliare il numero di uncinetto, se abbiamo acquistato un pattern uno schema già pronto, dobbiamo adeguare la misura dell’uncinetto per uguagliare la tensione della designer, questo è il metodo che si usa in modo tale da utilizzare il numero esatto di punti e righe dello schema, seguendo le istruzioni pedissequamente arriviamo al capo identico.

 Molto probabilmente però se abbiamo una tensione molto diversa dalla designer, ci verrà scomodo, far scorrere il filato con una misura di uncinetto che non è adatto al nostro modo di lavorare, alla nostra mano.

Io preferisco fare delle prove e decidere la misura più adatta alle mie abitudini individuali, certo poi devo adattare lo schema, e ricalcolare, il piacere nel lavorarlo però compenserà questa fatica in più.

Errore 9 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Acquistare il filato più economico. Nulla in contrario ai filati economici, anzi….però è necessario fare una valutazione in più. Soprattutto se si acquista on line e non si può vedere o toccare. Ho fatto parecchi acquisti all’inizio del mio percorso dettati solamente dal piccolo prezzo del filato, sbagliando totalmente, acquistando filati non adatti all’uncinetto.

Come fare allora? All’inizio è utile affidarsi ai consigli dei tutorial o degli schemi di chi è più esperto di noi, affidarsi alla loro esperienza e poco per volta acquisirne noi stessi.

Errore 10

Non prendersi del tempo, all’inizio lo so si vuole subito creare, vuoi subito fare tutti i progetti che ti piacciono, un guardaroba intero, e non hai pazienza. L’uncinetto però è pazienza, è lento e la bellezza scoprirai sta nel processo, nel lavorare, non solo nella creazione finale, che intendiamoci è importante eh, l’obiettivo ci vuole.

Oltre ad imparare l’ossatura, i punti semplici, è necessario imparare ad osservarli, capire come sono fatti, le potenzialità e tutte le variabili che possono dare. Ti anticipo solo che i punti hanno due coste e a seconda di come le agganci, ti regaleranno così tante combinazioni di trame da rimanerne stupiti.

Errore 11

Lavorare da soli, meglio in compagnia.

Lavorare da soli è bellissimo un momento di solitudine con noi stessi. Abbiamo parlato più volte del potere meditativo dell’uncinetto. E’ l’uncinetto stesso a tenerci compagnia.

Ritengo però sia importante avere qualcuno con cui condividere la nostra passione, qualcuno con cui potresti parlare per ore di uncinetto, di punti e di schemi certo che non si annoierà.

Parlare delle nostre esperienze con altri appassionati di uncinetto è molto utile. Di solito si scopre che anche altri commettono i nostri stessi errori e potremmo imparare nuovi modi per affrontarli.

Qualcuno con cui confrontarsi su nuove idee, progetti e lavorare insieme. Tutto questo è possibile anche via web, perché no, se fisicamente non abbiamo nessuno vicino a noi con la stessa passione. Dove c’è condivisione, c’è crescita per tutti.

Errore 12 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Non riuscire a fare i punti tutti uguali, ti vengono diversi, uno più piccolo, l’altro troppo grande, la tensione è diversa ogni volta, stringi qui, ti si allarga di là….io ho combattuto fin dall’inizio con questo problema che ho tutt’ora, anche se migliorato. Addirittura la tensione mi cambia a seconda della giornata, penso rispecchi il mio umore e stato d’animo, se sono più tesa o rilassata.

A parte tanto allenamento, ad un certo punto ci ho fatto pace, nel senso che questo difetto o meglio caratteristica, è qualcosa che ho e che non potrà sparire del tutto. Probabilmente se mi mettessi lì ore ore, settimane mesi anni ad allenarmi su questo alla fine riuscirei a risolverlo, ma…ma… non voglio sprecare così tanto tempo per qualcosa a cui arriverei a fatica.

Per me non ne vale la pena, in tutto questo tempo preferisco fare progetti e sperimentare nuove cose. E’ come la scrittura, non ho una bella scrittura, il mio segno è irregolare e così è anche con i punti.

Però ho notato che se questa “irregolarità” viene incorniciata, tenuta a badam  insieme da un lavoro bene rifinito, tutto magicamente funziona. Una particolare attenzione ai dettagli e alle tecniche giuste,  crea un capo ben fatto e questo è valido anche per tutti.

Dimmi quali sono i tuoi errori di uncinetto?

E ora il nostro progetto!

Oggi impariamo a fare il bordo della pagina,

e’ importante rifinire il nostro lavoro, dargli un aspetto pulito e professionale.

Puoi utilizzare lo stesso colore della pagina oppure un colore in contrasto, diventerà come una bella cornice.

Ti aspetto dopo il clik nel link che trovi sotto questa puntata.

L’importanza di tenere un diario

L’importanza di tenere un diario.

Quanta somiglianza c’è  tra un libro e l’uncinetto?        

copertina originale trama errore risvolto cucitura margine bordo angolo taglio asola catenella coperta filo verso

Ho fatto un gioco,

una piccola ricerca: quante parole hanno valore e significato per il libro e per l’uncinetto.

Sono partita dal glossario del libro e ho tenuto quelle parole che hanno un significato anche per l’uncinetto:

autore copertina trama originale errore risvolto cucitura margine bordo angolo taglio asola catenella coperta filo verso

sicuramente ce ne saranno molte altre, anzi se ne trovi, scrivimele nei commenti, così allunghiamo la lista

Quale può essere il nostro libro, un libro che possiamo scrivere tutti?:

 il diario.

Secondo gli psicologi, scrivere un diario o fermare sulla carta le proprie riflessioni è funzionale al nostro benessere.

Il diario è il testimone quotidiano e concreto della nostra continua evoluzione e miglioramento.

Ho cercato nel web il significato di diario e, a parte la definizione del dizionario

  1. Cronaca o relazione giornaliera dei fatti visti o vissuti, o anche delle sole esperienze spirituali di una persona.
  2. 2. Registro giornaliero.

che ci interessa un po meno

ho scoperto cose interessanti che possono combaciare con l’uncinetto.

Qual è lo scopo della scrittura?

Qual è lo scopo della scrittura?

Lo scopo principale della scrittura è comunicare, ovvero trasformare quello che abbiamo in testa in qualcosa che possa essere facilmente compreso.

Ok non è difficile..

la trama che lavoriamo a uncinetto, è come la scrittura, un qualcosa che avevamo immaginato e che abbiamo trasformato.

Cosa stimola la scrittura?

La scrittura a mano stimola la connettività cerebrale
grazie al movimento delle dita durante la formazione delle lettere

Eh lo so che lo hai già pensato anche tu

L’uncinetto stimola la connettività cerebrale grazie al movimento delle dita durante la formazione dei punti.

Quanto fa bene scrivere?

La scrittura ha il vantaggio di fermare i pensieri che vagano confusi nella nostra mente, favorendo al contempo un distacco dalle forti emozioni.

Ok potrei anche non ripeterlo, ma facciamolo dai,

Quanto fa bene lavorare a uncinetto?

L’uncinetto ha il vantaggio di fermare i pensieri che vagano confusi nella nostra mente, favorendo al contempo un distacco dalle forti emozioni.

Bene non ci sono dubbi, possiamo fare il nostro diario di uncinetto!!

Cosa è un diario?

Il diario è una forma particolare di libro, è uno scritto intimo che non facciamo per gli altri, ma per noi stessi.

Il diario non è scritto per essere letto, è scritto per mettere su carta emozioni e sensazioni.

Riflettere sui nostri sentimenti, sui pensieri e sulle nostre azioni ci dà maggiore consapevolezza e comprensione dei comportamenti nostri e degli altri.

Ma se non ho nulla da scrivere come faccio?

Ci sono persone spinte dall’esigenza di esprimere tutto su carta, di riempire pagine di pensieri che non possono più tenere nella testa. E’ un’esigenza, un’azione impossibile da non fare.

Altri come me meno abituati alla scrittura il foglio bianco spaventa, quasi allontana da sé e allontana i pensieri, come se nella mente si aprisse il vuoto.

Non ho niente da scrivere.

Ecco forse l’aspettativa è troppo alta.

Il diario, è il nostro diario e siamo noi a decidere come riempirlo.

Se decidiamo di avere un diario (per tutti quei motivi citati prima) è bene stabilire una routine quotidiana.

Scegliamolo come ci piace, blocco, quaderno, agenda, piccolo o grande che sia,

scegliamo la penna o la matita.

Decidiamo il momento della giornata in cui possiamo concederci un tempo di riflessione: 5 minuti.

5 minuti è il minimo, ovviamente puoi superarli quanto vuoi, ma non diminuirli!

In questi 5 minuti riflettiamo, ….scriviamo la data e l’ora e poi si può cominciare. Se non ci va, non scriveremo nulla, ma…….dobbiamo fare una sola azione, prendere la penna e appoggiarla al foglio, fare un puntino in mezzo alla pagina, solo un punto.

Il giorno dopo procediamo nello stesso modo…ma sforziamoci di scrivere 1 parola, una sola, la prima che ci viene in mente, se ti va puoi riflettere e scrivere del perché hai scelto proprio quella.

Se le parole sono limitanti per te, dai libero sfogo alla creatività, con disegni, foto, scontrini o biglietti, nastri e pezzi di giornale. Le cose che hai incontrato durante al giornata e che in qualche modo ti sono rimaste vicine, e che per chissà quale motivo non le hai gettate.

Sei tu a decidere che tipo di diario creare.

Col tempo dovrebbe diventare un’attività rilassante e gratificante e sarà bello sfogliare le pagine indietro e rivivere i ricordi che sarebbero stati dimenticati.

L’importanza di tenere un diario di uncinetto

Oggi ti spiego più in dettaglio il progetto di uncinetto che stiamo facendo legato al podcast.

Perché una pagina di diario? Ma soprattutto si può fare una pagina di diario all’uncinetto?

Subito la risposta alla seconda domanda, che è un sì ovviamente, altrimenti non starei qui a parlarne.

Ho voluto che rimanesse un oggetto tangibile, legato al percorso che stiamo facendo insieme.

Un ricordo di questo percorso di avvicinamento all’uncinetto, per chi è alle prime armi.

Ti devi allenare per imparare i vari punti, dovrai quindi ripetere più volte le righe avanti e indietro del punto scelto, e continuare così per un po’,

Perché allora non dare un significato al lavoro che stai facendo, non ha importanza se non è preciso e ci sono errori. Verrà fuori una lavorazione rettangolare che incornicerai in un bel bordo e rilegherai insieme ad altre pagine che farai lungo il cammino. Un diario di bordo, appunto.

Se sei esperto, rimani con noi

interpreta a tuo modo e stile le tue pagine del libro. Forma (quadrato, rettangolare? Perché no, anche un cerchio). Punti nuovi che vuoi provare, filati da smaltire, pagine bianche o colorate. Le puoi ricamare se vuoi.

E’ un progetto che prenderà forma nel tempo, si comporrà di tutte le prove, intenzioni ed esperimenti, una raccolta del tuo processo creativo.

Se ti diverte, puoi proprio fare un libro, creare pagine specifiche, e a tema….spazio alla fantasia.

E adesso che hai fatto la tua prima pagina, osservala…..

Se avessi iniziato con una catenella più lunga, e quindi più punti da lavorare e se invece di esserti fermato alla misura, all’altezza di una pagina….avessi continuato per tanto ancora….bhe…..non ci vedi una bella sciarpa?

Se invece fai un quadrato, della misura di un cuscino……ne replichi un altro….cuci ed hai una bella federa!

E ancora, hai un rettangolo, unisci i due lati corti cucendoli….questo bel tubo che hai appena creato non è uno scaldacollo?

e se una delle estremità aperte di questo tubo, la arricci e la cuci stretta, non è un bel cappello?

Da due rettangoli puoi anche fare una maglietta.

Questi sono solo alcuni degli esempi che puoi immaginare e creare.

Possiamo dire che la nostra pagina è come un pattern replicabile.

Il nostro diario diventa uno spazio di creazione e produzione di idee, invenzioni ed emozioni.

Il diario diventa un luogo per esercitare il nostro talento

Anche a distanza di anni, riaprire il diario sarà come tornare indietro nel tempo e l’occasione per rivivere tante emozioni positive.

Quale miglior modo per collezionare ricordi?

https://youtu.be/rk6yvCaF1Fc

3Xxx scaldacollo

Uncinetto – crochet – tutti i tipi di filato
Questo è un mini corso: troverai sia gli schemi che i video
tutorial passo a passo per realizzare i 3 progetti:
-Ponchetto stola
-Colletto lupetto
-Turtle neck

Questo disegno è acquistabile per €9.76 EUR  Acquista

Ti spiegherò come ho lavorato i miei capi: le misure, i filati e
il numero di punti, ma il mio desiderio (la mia ambizione!) è
quella di renderti autonom.
Quante varianti potrai effettuare rendendo unico, diverso e
bellissimo ogni tuo progetto!
Una volta appreso “il metodo” potrai sbizzarrirti e creare ciò
che vuoi: potrai cambiare i bordi, le misure e l’alternanza
degli aumenti e sarà facile anche modificare i “multipli” dei
punti.
Abbina filati diversi di foggia e colore, realizzerai sempre
nuove creazioni.
E’ un ottimo progetto per i regali di Natale e puoi provarlo
anche in versione “party” utilizzando filati che luccicano.
Imparerai il punto, imparerai la modalità di eseguire gli
aumenti (occorre un trucchetto per gestire l’alternanza delle
maglie) e potrai utilizzare i filati che desideri e cercare nella
tua scorta (è un progetto “svuota frigo”), chissà quanti
gomitoli singoli possiedi a cui puoi dare vita!
Darai spazio alla tua creatività e realizzerai capi unici, solo
tuoi!
La maglia bassissima viene lavorata alternando la mezza
maglia alta, sarà più semplice quindi recuperare la corretta
tensione e una volta presa la mano non farà più paura.

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

Scaldacollo Follium

Lo scalda collo Follium è un progetto divertente, viene lavorato con la maglia bassissima abbinata ai punti classici, per creare un capo originale che puoi personalizzare come vuoi.

Il punto raso (o maglia bassissima) è l’assoluto protagonista, è questo piccolo punto (il mio piccolo seme) che dà carattere al capo, mentre i punti classici, come la maglia bassa, mezza maglia alta e maglia alta, danno movimento al “disegno” e permettono di recuperare la corretta tensione.

Questo disegno è acquistabile per €9.76 EUR  Acquista

Materiali necessari:
Filato di peso fine/medio (circa 220-300 metri)
Uncinetto adatto al filato
Taglia unica

Personalizzazione:
Puoi scegliere i filati che preferisci e che hai già a disposizione nella tua scorta.
Sperimenta con diverse fogge e colori per creare nuove interpretazioni del progetto, come sciarpe, cappelli, copertine, ecc. Uno schema, tanti modelli da inventare! Guarda le foto e lasciati ispirare.

Segui le istruzioni passo-passo e gli schemi forniti, e visiona i video tutorial.

Divertiti! Lascia che la tua creatività prenda il sopravvento e fai un capo che sia proprio tuo.

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti

Maglia a uncinetto a pannelli

Mai più capi grossolani!

Oggi vi porterò alla scoperta di un maglione a uncinetto lavorato a pannelli.

Bella scoperta direte voi! Già…la costruzione è molto basic, si lavorano quattro rettangoli (o quadrati), 1 per il dietro, 1 per il davanti e due per le maniche, poi si cuciono insieme. Non ci sono scalfi, né modellature particolari, solo il collo viene realizzato con le righe accorciate.

E’ proprio questa libertà che ci permetterà di scegliere se mantenere la semplicità oppure se personalizzare e aggiungere dettagli che arricchiranno il capo.

Spesso siamo portati a credere che l’uncinetto sia più veloce quando utilizziamo punti alti e filati grossi per lavorazioni aperte. Ma perché non provare qualcosa di diverso? Scegliere punti più piccoli e lavorare con filati sottili può portare a risultati sorprendenti, evitando così l’effetto ingombrante dei maglioni tradizionali.

E’ per principianti? Si, se scegliete un punto base, che vi piace e che lavorate con facilità, poi sono solo righe di andata e ritorno, senza aumenti o diminuzioni. E’ la classica lavorazione per principianti.

Se sei principiante e lavori meglio i punti classici con filati più grossi, scoprirai che c’è un metodo per rendere la lavorazione altrettanto bella e raffinata.

Qui ci viene in aiuto la lavorazione in orizzontale, cioè il capo viene lavorato “sdraiato”. In Questo modo quando poi lo si indossa la trama è verticale e i punti acquisiscono un aspetto molto originale.

La misura dell’avvio è la lunghezza della maglia, la larghezza della maglia sono le righe che lavoreremo.

Una volta eseguito il pannello del dietro avremo un bel grande campione e sarà facile calcolare la misura dello scollo e delle maniche.

Qui trovate il video tutorial

https://youtu.be/565fqBWHxIg?si=SAwU1XuKax-A7Xs2

maglia a pannelli a uncinetto
Leggi tutto: Maglia a uncinetto a pannelli

Crochet*FIT Allenamento sul divano!

Impariamo a fare la maglia bassissima. Lo so ci vogliono tempo e pazienza, taaanta pazienza.

Il mio amore puro per questo punto è nato da un odio profondo. Volevo assolutamente imparare a realizzare le bellissime texture che questo punto ci regala.

All’inizio è stato difficile, mi innervosivo tanto che ho dovuto arrendermi.

Non per molto però, l’ho ripresa dopo un pò di tempo con uno spirito diverso, senza combatterla, assecondandola senza fretta, con pazienza. Ora non posso più farne a meno.

Il segreto sta tutto nella tensione, essendo una successione di “catenelle”, è necessario non stringere troppo per far si che ad ogni giro il lavoro cresca morbido.

Meglio iniziare con un filato non troppo sottile ed un uncinetto di misura intermedia. Io lavoro meglio con filati non elastici, penso che ognuno di noi troverà la giusta combinazione tra spessore, composizione e torsione del filato e numero di uncinetto.

Come? provando…provando…e riprovando.

giri accorciati maglia bassissima
giri accorciati maglia bassissima

mini guida alla maglia bassissima

https://www.urbancrochet.com/2022/04/09/double-slip-stitch-punto-doppio-maglia-bassissima/

Allenamento n. 1 LA TENSIONE

Vi linko qui un video per imparare a gestire la tensione

https://www.youtube.com/watch?v=k8j8r5l4d5c&t=52s

Allenamento n. 2 – I GIRI ACCORCIATI

Vi linko qui un video per impratichirci nei giri accorciati

https://youtu.be/OjCGDcbzT4s

Ecco uno schema di esempio di giri accorciati:

Double slip stitch – punto doppio maglia bassissima

Double slip stitch – punto doppio maglia bassissima, e arriviamo a 5 punti della maglia bassissima.

Il “piccolo seme” come chiamo io la maglia bassissima, questo piccolo punto così grande nelle sue potenzialità!

Ecco che quando pensavo che proprio altro non si poteva fare con la maglia bassissima una nuova scoperta, un nuovo punto, il quinto, emerge da una ricerca su raverly. https://cloverchild.wordpress.com/2011/01/24/double-slip-stitch-pic-tutorial/

Pochi giorni fa mi sono ferita (più corretto dire affettata) il pollice con la mandolina, che tragedia non riuscire a lavorare all’uncinetto, ma si sa ormai è assodato, da errori intoppi e brutte cose possono nascere eventi preziosi.

Non potendo utilizzare l’uncinetto mi sono comunque immersa nei modelli a maglia bassissima, alla ricerca di progetti futuri da realizzare, se non ci si sofferma solo sui modelli italiani (pochi ahimè!) possiamo trovare una discreta selezione di capi molto belli, tecniche da conoscere e provare, base di esperienze per poi realizzarne di nuovi noi stessi.

E’ proprio durante uno di questi viaggi on line che ho trovato il punto doppio a maglia bassissima.

E’ un punto che nel suo modo di essere lavorato avevo già visto nella maglia bassa e nella mezza maglia alta, ma mai avrei pensato fosse possibile applicare la tecnica anche alla maglia bassissima.

Si lavora il primo punto di mbss in modo regolare per poi partire col secondo punto (e i successivi fino alla fine) col punto doppio vero e proprio. Quindi si inserisce di nuovo l’uncinetto dove abbiamo appena creato il punto (quasi come se fosse un aumento), si aggancia il filo e lo si fa passare (2 anelli sull’uncinetto), si inserisce l’uncinetto nel punto successivo, si aggancia il filo e lo si fa passare (3 anelli sull’uncinetto).

A questo punto l’ultimo anello (quello creato per ultimo, quello che sull’uncinetto si trova più vicino alla punta, quello più a sinistra) lo si fa passare attraverso gli altri due anelli. Ed ecco fatto il doppio punto mbss. Si continua così….reinserisco l’uncinetto nel punto appena lavorato, aggancio il filo (2 anelli sull’uncinetto), inserisco l’uncinetto nel punto successivo (3 anelli), passo il 3 anello attraverso gli altri due, ecc, ecc.

Può essere lavorato anche solo in costa dietro o in costa davanti.

Nota: il primo punto lavorato di ogni riga è sempre una maglia bassissima singola.

Il modello che ho trovato utilizza questo punto per creare delle coste 2×2, io di solito utilizzo per le coste un metodo diverso con cui mi trovo bene utilizzando le mezze maglie alte, mi danno un risultato soddisfacente ed è un punto facile da lavorare e veloce.

Non so quindi quando e come lo utilizzerò, lo terrò lì a maturare per nuove soluzioni.

Qui trovate gli altri 4 punti della maglia bassissima:

https://www.urbancrochet.com/wp-admin/post.php?post=33&action=edit

Top down ad uncinetto facile veloce

Top down ad uncinetto facile veloce per tutti, è una lavorazione senza cuciture si parte dall’alto cioè dal collo e si scende fino alla vita o ai fianchi, viene lavorato in tondo.

Topdown ad uncinetto senza cuciture
Maglia top down a crochet unico pezzo lavorato in tondo senza cuciture

Questo è proprio il modo più semplice, io lo utilizzo per “far fuori” i filati, quelli che non mi piacciono e che non riesco a utilizzare per lavorazioni più complesse.

La lavorazione che prediligo è quella orizzontale e ci sto dedicando molto tempo studio e sperimentazione per ottenere rifiniture e modelli su misura e al momento non ho ancora posto la giusta attenzione al top down.

Quindi non c’è alzata del collo, non ci sono bordi in fondo, non ci sono polsini, non c’è bordo del collo, solo maglie basse lavorate in costa dietro che ci regalano una texture di barrette orizzontali che a me piace molto.

Cosa ottengo? una maglia versatile, semplice ma bella, facilmente lavorabile, divertente e molto molto veloce! ogni tanto ci vogliono progetti rilassanti :).

Qui il link allo schema con il calcolo dei punti

Qui il link al video di youtube https://youtu.be/eFdAVzx7oBI

Topdown ad uncinetto facile veloce crochet
Maglia top down ad uncinetto senza cuciture