Filati italiani di altissima qualità

Filati italiani di altissima qualità, ci immergeremo in un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di piccole realtà che producono filati

https://podfollow.com/conta-con-me

Conta con me

Ciao Sono marina e questo è il mio podcast conta con me, qui si parla di uncinetto e del suo potere magico, quello di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

FILATI ITALIANI DI ALTISSIMA QUALITà, FILIERA CORTA

Questa puntata non ha l’ardire di essere esaustiva, è più un quadro generale un punto di partenza.

ti lascerò un link al sito “lanaiole” dove potrai trovare l’elenco della maggioranza delle attività legate agli allevamenti e alla produzione e lavorazione della lana sul territorio italiano, chi giorno per giorno lavora per dare valore alla lana delle pecore italiane.

https://lanaiole.weebly.com

Non accontentarti però,  se ti interessa l’argomento, naviga e ricerca informazioni specifiche, ne troverai molte e relative alla tua regione.

Bellissime realtà, fattorie e allevamenti di pecore, alpaca,  capre cachemere e capre angora, a conduzione familiare che puoi visitare in luoghi meravigliosi.

 E tutte le attività correlate: i corsi di filatura, tintura naturale, tessitura e feltro.

Un vero paradiso per gli appassionati, alternative interessantissime ai soliti luoghi di vacanza.

Il mercato dei filati è immenso, dalle fibre più commerciali, a quelle ricercate e di nicchia.

Attualmente, gli allevamenti più grandi e le industrie di lana più avanzate si trovano in Australia e Nuova Zelanda. 

La maggior parte dei  filati prodotti in larga scala provengono da allevamenti intensivi dove lo standard produttivo prevede ritmi accelerati che inevitabilmente pongono poca attenzione al benessere degli animali.

E’ un argomento delicato e complesso che richiede attenzione, corretta informazione e tempo, lo affronteremo in un altro momento.

Oggi mi voglio concentrare sulle realtà italiane.

Piccole realtà che producono filati da allevamenti estensivi, cioè con un numero ridotto di animali e grandi pascoli in cui brucare in libertà.

In questi allevamenti estensivi gli animali sono al primo posto, chi li alleva è appassionato e li ama profondamente ed è attento alla loro serenità.

Spesso sono a conduzione familiare e la tosatura avviene una volta all’anno, in tarda primavera, garantendo una produzione che rispetta i ritmi naturali degli animali.

Le fibre prodotte in questi piccoli allevamenti estensivi hanno una filiera molto corta e sono completamente tracciabili.

La resa annuale delle fibre è ridotta perchè risente direttamente delle dimensioni degli allevamenti e delle tempistiche di lavoro delle piccole manifatture.

ma la loro unicità e personalità le rendono preziose, lontane dalla perfezione e ripetibilità di un filato industriale, questo è un filato di nicchia di alta qualità.

 (cito testualmente le lanivendole di genova):

Ti puoi aspettare di ricevere un filo onesto, semplice e schietto 

Il bello delle imperfezioni: se trovi quello che potrebbe sembrare un difetto, in realtà, è un pregio.

Ogni fase di lavorazione partendo dalla pulizia del vello ha un impatto ambientale molto basso, rispettoso dell’ambiente e quindi di qualità!

Spesso le fibre non vengono tinte, si approfitta delle diverse meravigliose tonalità dell’animale, oppure si utilizzano le tinture naturali.

Il 9 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Europea della Lana, una data simbolica che segna l’inizio del periodo della tosatura.

Ogni anno, in questa giornata, si tiene un convegno per fare il punto sullo stato dell’arte della produzione e dell’utilizzo delle lane autoctone.

È un momento per riflettere sull’importanza di queste fibre e la necessità di ritrovarne il suo valore, non solo economico,  soprattutto sociale e culturale.

L’Italia ha una lunga storia di artigianato laniero. Per secoli, prima della crisi industriale, la manifattura laniera ha trainato l’economia italiana.

Negli ultimi anni, c’è stato un rinnovato interesse per le tradizioni locali e la produzione a basso impatto ambientale.

Gli allevatori di ovini per la produzione di carne e latte hanno un problema con lo smaltimento della lana, perchè è considerato come un rifiuto speciale e che va smaltito secondo modalità e regole ben precise, e tutto questo ha un costo per gli allevatori.

Lo smaltimento si può fare solo presso soggetti autorizzati e secondo normative precise, perché è considerato un materiale a rischio igienico-sanitario.

Cosa fare della materia prima senza che venga sprecata?

Agenzie, cooperative, istituti, e startup stanno lavorando per trasformare la lana da rifiuto a risorsa, creando prodotti ecologici e sostenibili.

Lo scopo è quello di portare proposte concrete per rimettere in circolo questa risorsa in modo ecologico e solidale, e nello stesso tempo sostenere il mondo della pastorizia.

C’è la necessità di ristabilire un legame tra chi produce lana e chi sa trattarla, chi può lavorarla con arte e artigianato oppure utilizzarla in modi alternativi, nell’edilizia o in agricoltura.

Ma ritorniamo ai nostri amati filati italiani di altissima qualità,

Quali animali vengono allevati In Italia per la produzione di questi filati di altissima qualità?

Non solo pecore,

anche alpaca, capre cachemere e capre angora.

Le fibre vengono filate in purezza oppure mischiate per creare meravigliosi fili dalle caratteristiche uniche.

Gli alpaca

Gli alpaca sono dei camelidi originari dell’America latina, allevati sugli altopiani. Hanno la capacità di adattarsi alla quasi totalità degli ambienti, quindi anche in Italia vivono molto bene.

La fibra di alpaca è una delle più pregiate ed è tra le fibre migliori al mondo, il vello ha tantissimi colori ne sono stati  riconosciuti ufficialmente oltre 20, che vanno dal bianco al beige, via via più scuri fino ai marroni e neri.

Un’importante caratteristica di questa fibra è l’assenza di lanolina, un olio tipico della lana di pecora che può provocare stizzosità nelle pelli più sensibili, e l’alpaca appunto ne è sprovvista. La sua lana è setosa, voluminosa, dalla struttura ondulata ed elastica.

Gli alpaca sono animali intelligenti, puliti, in salute, molto curiosi e pazienti. Possono essere addomesticati, portati a passeggio, a saltare ostacoli e rispondono ai gesti del proprietario ed al tono della sua voce.

Molte fattorie che li allevano organizzano per il pubblico passeggiate con gli alpaca.

Capre cachemere

Le capre cashmere sono molto rustiche, possono vivere all’aria aperta nelle zone di montagna allo stato brado durante tutto l’anno, in qualsiasi  stagione, anche nelle zone più povere e impervie e in ambienti rocciosi.

Si cibano di erbacce e piante infestanti che gli altri animali disprezzano,

Hanno una funzione di “diserbante naturale”,  e puliscono il  sottobosco,

Molto preziose quindi per il territorio.

Il cachemere viene definito la Fibra dei Re, è una fibra pregiata con delle caratteristiche veramente stupende! Morbida, fine, opaca e ondulata.

Ha la capacità di mantenere una temperatura corporea costante, di assorbire l’umidità,, di essere antistatica, di amare l’acqua e di infeltrire meno della lana.

Le capre d’angora

Le capre d’angora, hanno origine dalla Turchia, diffuse poi in varie parti del mondo e anche in’Italia. Sono animali di taglia piccola, i volumi di fibra che si possono produrre sono piuttosto modesti e devono essere tosate due volte all’anno a marzo e a settembre.

La loro vello è morbidissimo, bianco e lucente,  si utilizza per produrre il nostro amato mohair.

Conclusione

Il nostro viaggio di oggi ci ha mostrato che la tradizione e l’innovazione possono andare di pari passo. Abbiamo scoperto piccole realtà italiane che producono filati italiani di altissima qualità rispettando l’ambiente e gli animali.

Se questo episodio ti ha incuriosito ti invito a esplorare di persona queste realtà e a sostenere chi lavora con passione per mantenere vive le tradizioni artigianali italiane.

Ed ora il nostro progetto,

quante pagine di diario avete lavorato?

Oggi impariamo a cucirle insieme, ci sarà utile ogni volta che vogliamo assemblare una sequenza di pagine specifica, delle pagine che caratterizzano un periodo particolare, delle lavorazioni a tema per esempio.

E che terremo come custodi dei nostri esperimenti.

Se ti può interessare l’articolo sulla cretività

libera la tua creatività

Filati italiani di altissima qualità

LIBERA LA CREATIVITA’

Il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione.

podcast di uncinetto

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

https://podfollow.com/conta-con-me

Conta con me

Ciao io sono Marina e questo è il mio podcast, qui ti parlo di uncinetto e del suo potere magico, si il potere di cambiarti la vita, solo se ci credi però.

E’ l’ultima, si l’ultima puntata della prima serie di questo podcast, conta con me.

Ti voglio parlare di creatività, noi che lavoriamo a uncinetto ci imbattiamo costantemente, anche se non ce ne accorgiamo.

E’ vero, spesso utilizziamo tutorial o schemi già pronti perché abbiamo visto un progetto che ci piace e lo vogliamo replicare. Ma difficilmente seguo letteralmente il modello, diventa più che altro una guida, spesso o sempre lo adatto ai miei gusti, capacità o semplicemente a mia interpretazione, cambiando e modificando, aggiungo o tolgo.

E quindi, anche in questo caso la creatività mi è più che utile per trovare escamotage e soluzioni.

Ma cos’è la creatività?

Un piccolo e prezioso libro di Nicoletta Freti,  ci viene in aiuto, Il respiro dell’arte, ti lascio il link se vuoi approfondire.

La facoltà creativa appartiene ad ogni essere umano, non solo all’artista.

La creatività è in tutti noi e la utilizziamo più o meno consapevolmente in ogni aspetto della nostra vita,  per affrontare i problemi e le sfide quotidiane.

Perciò è un patrimonio che va coltivato perchè un bene prezioso utile in qualsiasi situazione. Coltivarla e svilupparla può arricchire la vita personale e professionale, offrendo nuovi modi di vedere e interagire con il mondo.

Quindi tutti abbiamo potenzialità creative, ma le sappiamo utilizzare? 

La vita ti richiede flessibilità e capacità di essere mutevole e inventivo per affrontare le sfide quotidiane, hai la necessità di sviluppare e attivare queste potenzialità creative.

Essere creativi non significa tanto creare dal nulla quanto avere le capacità di mettere insieme in modo nuovo cose esistenti.

Non è un semplice copia e incolla di parti differenti.

E’ saper creare un insieme coerente e strutturato, che abbia un senso. Questo tutto diventa maggiore della somma delle parti.

La creatività ti rende protagonista attivo della vita, ti fa sentire vivo. Ti fornisce uno stato di benessere legato all’impegno e alle sfide.

La pratica artistica è usata spesso per far affiorare sentimenti e stati d’animo oscuri, è espressione di quello che hai dentro, occasione di consapevolezza, di conoscenza del tuo mondo interiore.

Il momento espressivo ti dona benessere e qui potresti accontentarti, ma puoi anche andare oltre e cercare di comprendere ciò che hai prodotto e scoprire degli aspetti imprevisti e sconosciuti.

Come sappiamo che stiamo attivando la nostra creatività, che cos’è, come la riconosciamo?

E’ una nuova idea , un’intuizione, punto di vista insolito, diverso, imprevisto da cui osservare le cose.

Un’illuminazione che affiora istantaneamente e non attraverso un procedimento logico, è come una lampadina che si accende improvvisamente in una stanza buia.

Hai mai provato quella sensazione istantanea di “sapere” qualcosa, anche se non ti puoi spiegare esattamente come o perché sei arrivato a quella conclusione, che

non ti ha richiesto un’analisi dettagliata o un ragionamento elaborato, ma piuttosto è emerso  spontaneamente, in modi sorprendenti e inaspettati.

Ti è mai capitato di sentirti lucido, concentrato e completamente immerso in una attività dove perdi il senso del tempo e della realtà?

Ti percepisci come parte di qualcosa di più grande, come se accadesse al di fuori della tua volontà.

Ebbene questo è il flow: concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.

E’ uno stato mentale in cui sei immerso in un’attività che ti assorbe e ti estranea dal resto del mondo.

Questo stato, descritto dallo psicologo  (cikzen miali)  Mihaly Csikszentmihalyi, è spesso caratterizzato da un alto livello di produttività e creatività.

In questi momenti le idee e le intuizioni scorrono facilmente, e provi una soddisfazione intensa per quello che stai facendo. L’atto creativo stesso è fonte di piacere e soddisfazione, indipendentemente dal risultato finale. La fatica mentale o fisica spariscono,

Il flow si verifica quando affronti una sfida che è bilanciata rispetto alle tue capacità. Se la sfida è troppo facile, subentra la noia; se è troppo difficile, subentra la frustrazione.

La massima concentrazione e motivazione la raggiungi quando sei coinvolto in quello che stai facendo, in un equilibrio tra la difficoltà da superare e le tue competenze.

Durante il flow, ti senti sicuro dei tuoi mezzi. Diventi più consapevole del valore effettivo delle tue abilità e la voce interiore critica si attenua, permettendoti di lavorare liberamente e senza paura di giudizio.

In particolare, in questo stato, decidi di staccare la spina alla tua capacità di giudizio e quindi sparisce la vocina critica che riecheggia a volte nella tua testa.

Questo ti rende finalmente libero di creare e sperimentare.

Durante il flow, le idee innovative emergono con maggiore facilità.

Ti permette di produrre una quantità significativa di lavoro di alta qualità in un periodo di tempo relativamente breve.

Lavorare in flow migliora le tue abilità, affrontando sfide appropriate e apprendendo nuove tecniche.

L’esperienza del flow riduce lo stress e aumenta il senso di benessere complessivo.

Il flow è un’esperienza potente e trasformativa, ti connette profondamente con il tuo potenziale creativo permettendo di esprimerti in modo completo e autentico.

Tutto bello e fluido, ma.. ci sono ostacoli che puoi trovare al pensiero creativo?

Rigidità e abitudine sono le grandi nemiche della creatività.

Come funziona di solito, cosa succede quando dobbiamo risolvere un problema o affrontare una sfida

ebbene la tua mente applica automaticamente quelle soluzioni che hai usato precedentemente  e si sono rivelate giuste, adeguate che ti hanno risolto la situazione. Ovviamente questo è un modo valido per affrontare la tua quotidianità, i tuoi compiti.

Diventa  però un ostacolo se hai bisogno di nuove idee.

Anche le critiche inopportune possono bloccare il pensiero creativo e mi riferisco in particolare al nostro critico interiore, repressore e censore. Cioè la nostra voce interna che critica e svaluta.

Il critico che ospitia, è un personaggio cinico, perfezionista e inappagabile.

Le intenzioni possono sembrare buone, il suo compito è quello di proteggerti dal dolore e dalle delusioni, non vuole farti fare figuracce, ansioso che puoi commettere errori. Questo limita fortemente le tue capacità di creare.

Non vai mai bene come sei, fai sempre sbagliato, brutto, insignificante. Ti fa fare paragoni, rivela difetti e si preoccupa del giudizio degli altri. Insomma mina la tua autostima, blocca la persona e l’artista.

Possediamo però anche un altro personaggio che contrasta ed equilibra: il bambino interiore.

E’ la nostra parte più vitale, infantile, quella che sa sperimentare e creare divertendosi, che riesce a provare sensazioni intense e di stupore e meraviglia.

Se riesci a frenare l’azione del critico, puoi fare spazio al bambino interiore, uno spazio protetto in cui il tuo essere più sensibile può manifestarsi e in cui poter lavorare senza curarsi del risultato, dove ti dai il permesso di sbagliare.

Non è ovviamente sbagliato giudicare in sé quanto farlo troppo presto.

Prima devi fare spazio al gioco e alla sperimentazione per non bloccare la fase generativa, rinvii il giudizio in una fase successiva.

La critica è importante se fatta nel momento in cui ci sono elementi sufficienti per valutare.

E’ la pratica della sospensione temporanea del giudizio: non viene naturale, va esercitata.

Quali sono i processi creativi che adottiamo e che danno buoni risultati:

1 fase di preparazione (attiva):  è la fase inziale, metti a fuoco l’obiettivo, raccogli informazioni e conoscenze sull’argomento, formuli le prime ipotesi  e ricorri all’esperienza pregressa.

2 incubazione, fase passiva: la ricerca si ferma e il problema viene rinviato, lasci che le idee maturino nella mente, spesso inconsapevolmente, la soluzione arriva quando non ci pensi più.

3 illuminazione: il momento di Eureka! In cui emerge un’idea brillante. La soluzione si manifesta d’un tratto, chiara e senza sforzo, può capitare di vedere la soluzione in sogno.

4 fase della valutazione: ok hai la tua buona idea, ora devi essere capace di darle forma concreta. Riscontro con le reali possibilità di realizzazione. La valutazione va fatta in rapporto al contesto e all’obiettivo. Un’idea non è bella o brutta, giusta o sbagliata, dipende dallo scopo.

5 fase progettuale: prevedi aiuti e ostacoli, fai un piano di azione, delle tappe per lo svolgimento del lavoro.

Il processo però non procede in modo lineare.

Queste fasi per un creativo, non sono sempre separate e distinte, il pensiero creativo alterna momenti di apertura e chiusura, di espansione generatrice e di concentrazione valutativa.

Alterniamo momenti di ideazione a momenti di considerazione, un’alternanza di razionalità e intuizione.

La razionalità ha bisogno della parte intuitiva per accedere alla fonte creativa, e la componente intuitiva ha bisogno della ragione per non perdersi.

Il flow concentrazione motivazione gratificazione

E’ capitato anche a te, quando fai tutti i tentativi possibili per creare un’idea o una soluzione e nonostante gli sforzi non funzionano, ti fai prendere dall’ansia e dalla frustrazione e a volte ti arrabbi, più si cerca di fare e meno idee arrivano.

In questi casi è meglio fermarsi, restare nell’incertezza, con fiducia, non è facile rimanere nell’attesa ma devi avere fiducia che qualcosa matura e si trasforma.

La fase della ricerca è fondamentale, perché le idee non arrivano senza cercarle, devi darti da fare spingerti al limite e poi affidarti al processo certo che qualcosa arriverà.

Sei capace di restare in attesa senza riempire il vuoto. In realtà non è realmente vuoto, ma è uno spazio denso di possibilità, non è un comportamento passivo, è abbandonare un po’ la certezza.

Abbiamo visto l’importanza di osservare in modo non condizionato

Ora è arrivato il momento di giudicare

Sia chiaro, non giudichiamo col criterio del bello o brutto.

Osserviamo e proviamo a comprendere,

possiamo notare zone di disarmonia o parti non riuscite o meno efficaci senza giudicare negativamente un lavoro. Ci dobbiamo avvicinare al lavoro sospendendo il più possibile i preconcetti e prendendo le distanze, con distacco e senza dare nulla per scontato.

Lo spazio creativo è lo spazio della vitalità e del benessere, dell’apertura e della fiducia nelle idee cui ciascuno di noi attinge per sentirsi in accordo con il fluire della vita.

Come abbiamo visto è anche lo spazio della paura dell’incertezza e dell’ignoto.

Olivero Toscani dice che la creatività non è una fonte inesauribile, va allenata e alimentata con stimoli sempre nuovi, ci sono quelle volte in cui si esaurisce, ti senti incapace privo di forze.

Prenditi una pausa, dai il tempo alla tua creatività di riposare e ricaricarti. L’artista non ha paura di sbagliare, ma sta in uno stato di totale insicurezza. Qualcosa di creativo nasce da un momento di incertezza. Il momento di maggiore insicurezza è un momento di creatività.

La creatività è alla base di nuove invenzioni e progressi tecnologici.

Aiuta a trovare soluzioni nuove ed efficaci ai problemi esistenti.

Permette alle persone di esprimere se stesse in modi unici e significativi.

In un mondo in continuo cambiamento, la creatività consente di adattarsi e prosperare.

Ed ora osserva il tuo progetto, la tua opera

Ti sei messo in gioco, hai lavorato, ideato, creato, in un alternanza di possibilità e incertezze

è arrivato il momento del giudizio,

Hai imparato, non giudicare col criterio del bello o brutto. Osserva e prova a comprendere in maniera profonda e sfumata, senza limiti

Il flow concentrazione motivazione gratificazione.

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Oggi parliamo di errori all’uncinetto, dei 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti.

ma soffermiamoci un attimo, riflettiamo sul significato di errore.

podcast conta con me – ascolta ora

Ricordiamoci che non possiamo evitare di commettere errori.

Sbagliare è qualcosa a cui non si può rinunciare, perchè l’errore è una fonte di apprendimento per il nostro cervello, che impara molto più velocemente e assimila le nuove informazioni proprio dall’errore.

L’errore è una preziosa esperienza di crescita e può portare a novità inaspettate che possono superare anche le nostre stesse aspettative, quanti esempi nella storia di grandi scoperte grazie proprio a degli errori.

Anche se siamo consapevoli di non poter non sbagliare e dei suoi benefici, facciamo di tutto per tenerci lontani dagli sbagli.

Quando commettiamo uno sbaglio e lo ripariamo, rimane in noi comunque il disagio di averlo commesso, ci chiediamo “come ho potuto sbagliare così?”

Quindi c’è un modo giusto di sbagliare? Come possiamo imparare a sbagliare? Una sorta di pratica dell’errore.

Accettazione

Ecco, prima di tutto dobbiamo sapere di poter sbagliare, lo accettiamo, è nella nostra natura, accettiamo di essere fallibili,

lo so io, lo sappiamo tutti, lo abbiamo letto ovunque e lo diamo per scontato, ma è davvero così? Ci diamo davvero il permesso di sbagliare? Sappiamo davvero sbagliare? Questo concetto è anche legato all’assumersi la  responsabilità del proprio errore senza ricorrere alla colpevolizzazione.

Riconoscimento

E’ importante riconoscere l’errore e darne la sua reale rilevanza. Dobbiamo ridimensionarlo, spesso carichiamo l’errore di un significato e un peso che non ha. E le emozioni che proviamo non sono tanto legate alla gravità dell’errore in sé, quanto al peso che  stiamo dando alla situazione.

Un altro passo importante è fare i conti con le nostre risorse e capacità, è indispensabile riconoscere i propri limiti perchè poi dobbiamo poterli superare.

A questo punto dobbiamo mettere in campo il nostro coraggio, a scapito del perfezionismo, si ….rinunciamo alla perfezione per assumerci dei rischi.  Questo vuol dire allenare il coraggio di mostrarci imperfetti. Oltre alla probabilità di farcela, molto alta, vuoi mettere l’enorme soddisfazione di averci provato?

E’ paradossale come crediamo che mirando alla perfezione ci stiamo in qualche modo muovendo verso il miglioramento e la crescita.

E invece, al contrario,  ci troviamo incagliati, rimaniamo fermi nella nostra zona di comfort, rinunciando a metterci alla prova.

Andiamo oltre la paura di sbagliare, pratichiamo l’imperfezione e scegliamo sempre di provare qualcosa di nuovo, cominciando dalle piccole cose, oggi nuovo gusto di gelato! sperimentiamo e rinunciamo a controllare tutto.

E tu, come te la cavi con la gestione degli errori?

I 12 errori a uncinetto che abbiamo fatto tutti

I 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti, vediamoli insieme.

Questi sono gli errori che più o meno tutti abbiamo fatto, io forse qualcuno in più e tu? Ci sei cascato?

Foglio e penna e spunta i tuoi.

Commettere degli errori a uncinetto è inevitabile e direi indispensabile, per imparare e scoprire cose nuove, dobbiamo riconoscerli e correggerli,  è il nostro allenamento per fare bene.

Sai che quando ho imparato a correggere l’errore 3 e 10 ha cominciato ad andare davvero bene?

Errore n. 1 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

E’ molto importante se sei all’inizio, Ne abbiamo già parlato nella prima puntata ed è la scelta del filato e dell’uncinetto. Non dobbiamo scegliere quello che ci piace di più che ci meraviglia, ma quello più facile da lavorare. Si, perché all’inizio è un attimo farsi prendere dallo sconforto e abbandonare tutto. Filati morbidissimi e pelosi che non riesci a disfare se fai un piccolo errore! Ah il mohair, filati che non scorrono bene, quanta fatica e mal di mano!

E l’uncinetto? Di quale numero? Sicuramente il suggerimento che ci fornisce l’etichetta del filato è un’indicazione che ci può aiutare, poi però dobbiamo fare delle prove per capire il numero che funziona meglio per noi, per la nostra mano e tensione.

Errore 2 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Iniziare continuamente nuovi progetti e non completarne nemmeno uno

questo non è un errore di per sé, può essere un atteggiamento che rispecchia chi siamo e il nostro modo di essere, come chi ha in lettura diversi libri perché interessato a più argomenti, perché privarsene.

E’ un modo per sperimentare e provare e inventare cose nuove.

E quindi va bene avere più progetti iniziati contemporaneamente, variare e andare alla ricerca di nuovi stimoli.

Ci piace navigare nel web e scovare tecniche e costruzioni particolari, oppure vedere un filato e immaginarci subito cosa porteci fare per esaltarlo al meglio, e non possiamo fare a meno di cominciare subito, l’ebrezza dell’entusiasmo.

Il precedente lavoro perde immediatamente fascino, non ci interessa più e lo lasciamo lì..insieme a tutti gli altri che hanno fatto la stessa fine prima di lui.

E’ questo il  problema cioè quando davvero ne iniziamo continuamente di nuovi senza nemmeno darci il tempo di progredire, li abbandoniamo subito a languire per sempre nelle nostre borse progetto. Ci pervade quell’inquietudine, quel vago senso di frustrazione del non essere mai soddisfatti.

Se lo ammettiamo con noi stessi, possiamo trovare

diversi metodi per arginarlo.

Dall’america ci viene in aiuto il  metodo gideon, ne approfondirò l’argomento in una puntata bonus.

Fai ruotare i tuoi progetti dedicandogli univocamente 12 ore di lavoro (non continuative, eh, avrai un app che ti aiuta a  contare ogni volta che prendi in mano il lavoro) però in quel periodo per un totale di 12 ore lavori esclusivamente quel progetto.

Cosa succede se decidessimo di terminare prima delle 12 ore?

Nulla di grave!  in questo caso detto progetto ritornerà in fondo alla coda e non lo potremo riprendere  fino alla rotazione di tutti gli altri.

Quello che preferisco è avere un ventaglio di lavori variegato, 1 per tipologia, es calzini, cappello, maglia, coperta, non iniziare una maglia se ne ho già una in lavorazione, ecc, ecc

Oppure avere un lavoro per ogni momento, es il lavoro piccolo da portarci dietro, il lavoro complicato che richiede attenzione, il lavoro grande e rilassante davanti alla tv, ecc, ecc

Errore n. 3

Non disfare, soprattutto quando si è principianti, abbiamo fatto con gran fatica le nostre 3 righe… ci accorgiamo di un errore, magari il numero di maglie è diverso, sappi che è meglio disfare per cominciare bene altrimenti tutto il lavoro procederà storto.

Errore 4 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Continuare a disfare, si dirai questo è il contrario dell’altro, infatti, intendo che se continuiamo a disfare e ripetere da capo, con la fissa del perfezionismo,  la frustrazione sarà grande e non ci resterà che abbandonare.

L’inizio, le prime righe spesso sono le più ostiche perché il lavoro è piccolo, i punti non delineano ancora la trama, non si capisce se stiamo facendo bene, la tensione è molto stretta, non riusciamo a tenere bene in mano il lavoro.

A questo punto è meglio continuare per potere ingrandire e capire meglio, tenere più facilmente in mano il lavoro e avere la tensione più morbida. E’ utile fare queste prove, un campione che ci aiuta a capire.

Un suggerimento: si potrebbe partire facendo qualche riga di maglie basse, magari utilizzando un altro colore, e poi iniziare la vera lavorazione del progetto. Questo permette di avere una buona base con il numero di punti corretti per fare delle prove.

Errore 5

Non usare i marcapunti. Lo confesso io non amo i marcapunti chi mi conosce lo sa bene. I marcapunti sono degli aggeggini, come delle piccole spillette, dei lucchettini di plastica o metallo che servono per marcare le maglie. A volte io utilizzo delle forcine o dei fermagli da ufficio.

In alcune lavorazioni, soprattutto a inizio e fine riga sono fondamentali per non perdere i punti e renderli visibili. Vanno utilizzati così da non rischiare di ritrovarci con meno maglie ai bordi e dover disfare in continuazione.

Errore 6 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Ne abbiamo già parlato….ma un ripassino non fa mai male, acquistare d’impulso, non è mai una buona idea, i filati vanno valutati in base alle nostre capacità di lavorazione e le nostre capacità di prendercene cura e sapendo già la loro destinazione.

Comprare filati solo perchè ci piacciono o perché vanno di moda, davvero non è mai una buona idea.

Errore 7 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Non fare il campione (lavato e stirato). Anche qui chi mi conosce lo sa non amo fare il campione. Non è una vera e propria presa di posizione, è che quando faccio il campione tutt’oggi non rispecchia poi calcoli del capo finito. Mi spiego meglio. Il campione di solito è una piccola lavorazione 10×10 con il filato e l’uncinetto che si intendono usare per il progetto scelto. Si lava si asciuga e si stira e poi è pronto per le misure. Quante maglie in 10 cm quante righe in 10 cm?. E poi con le varie moltiplicazioni possiamo calcolare i punti e le righe totali del capo, è più facile a farsi che a spiegarlo.

Ma qual è il mio problema? È il fatto che quando lavoro un progetto molto piccolo che è quello del campione 10×10 di solito ho una tensione stretta molto più stretta della tensione che poi ho di solito nel capo finito. Quindi anche se faccio il campione i calcoli non mi vengono mai corretti.

Per cui di solito lavoro un campione grande, che però per non sprecare filato e ore di lavoro trasformo in scaldacollo oppure in cappello, si perché il quadrato o il un rettangolo che ne esce, si può cucire unendo i due lati corti creando un tubo,  uno scaldacollo, e se si cuce anche la parte alta, la corona, questo si trasforma in un cappello.  Ma fermiamoci qui ne parleremo dettagliatamente più avanti del campione.

Errore 8

Sbagliare il numero di uncinetto, se abbiamo acquistato un pattern uno schema già pronto, dobbiamo adeguare la misura dell’uncinetto per uguagliare la tensione della designer, questo è il metodo che si usa in modo tale da utilizzare il numero esatto di punti e righe dello schema, seguendo le istruzioni pedissequamente arriviamo al capo identico.

 Molto probabilmente però se abbiamo una tensione molto diversa dalla designer, ci verrà scomodo, far scorrere il filato con una misura di uncinetto che non è adatto al nostro modo di lavorare, alla nostra mano.

Io preferisco fare delle prove e decidere la misura più adatta alle mie abitudini individuali, certo poi devo adattare lo schema, e ricalcolare, il piacere nel lavorarlo però compenserà questa fatica in più.

Errore 9 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Acquistare il filato più economico. Nulla in contrario ai filati economici, anzi….però è necessario fare una valutazione in più. Soprattutto se si acquista on line e non si può vedere o toccare. Ho fatto parecchi acquisti all’inizio del mio percorso dettati solamente dal piccolo prezzo del filato, sbagliando totalmente, acquistando filati non adatti all’uncinetto.

Come fare allora? All’inizio è utile affidarsi ai consigli dei tutorial o degli schemi di chi è più esperto di noi, affidarsi alla loro esperienza e poco per volta acquisirne noi stessi.

Errore 10

Non prendersi del tempo, all’inizio lo so si vuole subito creare, vuoi subito fare tutti i progetti che ti piacciono, un guardaroba intero, e non hai pazienza. L’uncinetto però è pazienza, è lento e la bellezza scoprirai sta nel processo, nel lavorare, non solo nella creazione finale, che intendiamoci è importante eh, l’obiettivo ci vuole.

Oltre ad imparare l’ossatura, i punti semplici, è necessario imparare ad osservarli, capire come sono fatti, le potenzialità e tutte le variabili che possono dare. Ti anticipo solo che i punti hanno due coste e a seconda di come le agganci, ti regaleranno così tante combinazioni di trame da rimanerne stupiti.

Errore 11

Lavorare da soli, meglio in compagnia.

Lavorare da soli è bellissimo un momento di solitudine con noi stessi. Abbiamo parlato più volte del potere meditativo dell’uncinetto. E’ l’uncinetto stesso a tenerci compagnia.

Ritengo però sia importante avere qualcuno con cui condividere la nostra passione, qualcuno con cui potresti parlare per ore di uncinetto, di punti e di schemi certo che non si annoierà.

Parlare delle nostre esperienze con altri appassionati di uncinetto è molto utile. Di solito si scopre che anche altri commettono i nostri stessi errori e potremmo imparare nuovi modi per affrontarli.

Qualcuno con cui confrontarsi su nuove idee, progetti e lavorare insieme. Tutto questo è possibile anche via web, perché no, se fisicamente non abbiamo nessuno vicino a noi con la stessa passione. Dove c’è condivisione, c’è crescita per tutti.

Errore 12 – i 12 errori all’uncinetto che abbiamo fatto tutti

Non riuscire a fare i punti tutti uguali, ti vengono diversi, uno più piccolo, l’altro troppo grande, la tensione è diversa ogni volta, stringi qui, ti si allarga di là….io ho combattuto fin dall’inizio con questo problema che ho tutt’ora, anche se migliorato. Addirittura la tensione mi cambia a seconda della giornata, penso rispecchi il mio umore e stato d’animo, se sono più tesa o rilassata.

A parte tanto allenamento, ad un certo punto ci ho fatto pace, nel senso che questo difetto o meglio caratteristica, è qualcosa che ho e che non potrà sparire del tutto. Probabilmente se mi mettessi lì ore ore, settimane mesi anni ad allenarmi su questo alla fine riuscirei a risolverlo, ma…ma… non voglio sprecare così tanto tempo per qualcosa a cui arriverei a fatica.

Per me non ne vale la pena, in tutto questo tempo preferisco fare progetti e sperimentare nuove cose. E’ come la scrittura, non ho una bella scrittura, il mio segno è irregolare e così è anche con i punti.

Però ho notato che se questa “irregolarità” viene incorniciata, tenuta a badam  insieme da un lavoro bene rifinito, tutto magicamente funziona. Una particolare attenzione ai dettagli e alle tecniche giuste,  crea un capo ben fatto e questo è valido anche per tutti.

Dimmi quali sono i tuoi errori di uncinetto?

E ora il nostro progetto!

Oggi impariamo a fare il bordo della pagina,

e’ importante rifinire il nostro lavoro, dargli un aspetto pulito e professionale.

Puoi utilizzare lo stesso colore della pagina oppure un colore in contrasto, diventerà come una bella cornice.

Ti aspetto dopo il clik nel link che trovi sotto questa puntata.

L’importanza di tenere un diario

L’importanza di tenere un diario.

Quanta somiglianza c’è  tra un libro e l’uncinetto?        

copertina originale trama errore risvolto cucitura margine bordo angolo taglio asola catenella coperta filo verso

Ho fatto un gioco,

una piccola ricerca: quante parole hanno valore e significato per il libro e per l’uncinetto.

Sono partita dal glossario del libro e ho tenuto quelle parole che hanno un significato anche per l’uncinetto:

autore copertina trama originale errore risvolto cucitura margine bordo angolo taglio asola catenella coperta filo verso

sicuramente ce ne saranno molte altre, anzi se ne trovi, scrivimele nei commenti, così allunghiamo la lista

Quale può essere il nostro libro, un libro che possiamo scrivere tutti?:

 il diario.

Secondo gli psicologi, scrivere un diario o fermare sulla carta le proprie riflessioni è funzionale al nostro benessere.

Il diario è il testimone quotidiano e concreto della nostra continua evoluzione e miglioramento.

Ho cercato nel web il significato di diario e, a parte la definizione del dizionario

  1. Cronaca o relazione giornaliera dei fatti visti o vissuti, o anche delle sole esperienze spirituali di una persona.
  2. 2. Registro giornaliero.

che ci interessa un po meno

ho scoperto cose interessanti che possono combaciare con l’uncinetto.

Qual è lo scopo della scrittura?

Qual è lo scopo della scrittura?

Lo scopo principale della scrittura è comunicare, ovvero trasformare quello che abbiamo in testa in qualcosa che possa essere facilmente compreso.

Ok non è difficile..

la trama che lavoriamo a uncinetto, è come la scrittura, un qualcosa che avevamo immaginato e che abbiamo trasformato.

Cosa stimola la scrittura?

La scrittura a mano stimola la connettività cerebrale
grazie al movimento delle dita durante la formazione delle lettere

Eh lo so che lo hai già pensato anche tu

L’uncinetto stimola la connettività cerebrale grazie al movimento delle dita durante la formazione dei punti.

Quanto fa bene scrivere?

La scrittura ha il vantaggio di fermare i pensieri che vagano confusi nella nostra mente, favorendo al contempo un distacco dalle forti emozioni.

Ok potrei anche non ripeterlo, ma facciamolo dai,

Quanto fa bene lavorare a uncinetto?

L’uncinetto ha il vantaggio di fermare i pensieri che vagano confusi nella nostra mente, favorendo al contempo un distacco dalle forti emozioni.

Bene non ci sono dubbi, possiamo fare il nostro diario di uncinetto!!

Cosa è un diario?

Il diario è una forma particolare di libro, è uno scritto intimo che non facciamo per gli altri, ma per noi stessi.

Il diario non è scritto per essere letto, è scritto per mettere su carta emozioni e sensazioni.

Riflettere sui nostri sentimenti, sui pensieri e sulle nostre azioni ci dà maggiore consapevolezza e comprensione dei comportamenti nostri e degli altri.

Ma se non ho nulla da scrivere come faccio?

Ci sono persone spinte dall’esigenza di esprimere tutto su carta, di riempire pagine di pensieri che non possono più tenere nella testa. E’ un’esigenza, un’azione impossibile da non fare.

Altri come me meno abituati alla scrittura il foglio bianco spaventa, quasi allontana da sé e allontana i pensieri, come se nella mente si aprisse il vuoto.

Non ho niente da scrivere.

Ecco forse l’aspettativa è troppo alta.

Il diario, è il nostro diario e siamo noi a decidere come riempirlo.

Se decidiamo di avere un diario (per tutti quei motivi citati prima) è bene stabilire una routine quotidiana.

Scegliamolo come ci piace, blocco, quaderno, agenda, piccolo o grande che sia,

scegliamo la penna o la matita.

Decidiamo il momento della giornata in cui possiamo concederci un tempo di riflessione: 5 minuti.

5 minuti è il minimo, ovviamente puoi superarli quanto vuoi, ma non diminuirli!

In questi 5 minuti riflettiamo, ….scriviamo la data e l’ora e poi si può cominciare. Se non ci va, non scriveremo nulla, ma…….dobbiamo fare una sola azione, prendere la penna e appoggiarla al foglio, fare un puntino in mezzo alla pagina, solo un punto.

Il giorno dopo procediamo nello stesso modo…ma sforziamoci di scrivere 1 parola, una sola, la prima che ci viene in mente, se ti va puoi riflettere e scrivere del perché hai scelto proprio quella.

Se le parole sono limitanti per te, dai libero sfogo alla creatività, con disegni, foto, scontrini o biglietti, nastri e pezzi di giornale. Le cose che hai incontrato durante al giornata e che in qualche modo ti sono rimaste vicine, e che per chissà quale motivo non le hai gettate.

Sei tu a decidere che tipo di diario creare.

Col tempo dovrebbe diventare un’attività rilassante e gratificante e sarà bello sfogliare le pagine indietro e rivivere i ricordi che sarebbero stati dimenticati.

L’importanza di tenere un diario di uncinetto

Oggi ti spiego più in dettaglio il progetto di uncinetto che stiamo facendo legato al podcast.

Perché una pagina di diario? Ma soprattutto si può fare una pagina di diario all’uncinetto?

Subito la risposta alla seconda domanda, che è un sì ovviamente, altrimenti non starei qui a parlarne.

Ho voluto che rimanesse un oggetto tangibile, legato al percorso che stiamo facendo insieme.

Un ricordo di questo percorso di avvicinamento all’uncinetto, per chi è alle prime armi.

Ti devi allenare per imparare i vari punti, dovrai quindi ripetere più volte le righe avanti e indietro del punto scelto, e continuare così per un po’,

Perché allora non dare un significato al lavoro che stai facendo, non ha importanza se non è preciso e ci sono errori. Verrà fuori una lavorazione rettangolare che incornicerai in un bel bordo e rilegherai insieme ad altre pagine che farai lungo il cammino. Un diario di bordo, appunto.

Se sei esperto, rimani con noi

interpreta a tuo modo e stile le tue pagine del libro. Forma (quadrato, rettangolare? Perché no, anche un cerchio). Punti nuovi che vuoi provare, filati da smaltire, pagine bianche o colorate. Le puoi ricamare se vuoi.

E’ un progetto che prenderà forma nel tempo, si comporrà di tutte le prove, intenzioni ed esperimenti, una raccolta del tuo processo creativo.

Se ti diverte, puoi proprio fare un libro, creare pagine specifiche, e a tema….spazio alla fantasia.

E adesso che hai fatto la tua prima pagina, osservala…..

Se avessi iniziato con una catenella più lunga, e quindi più punti da lavorare e se invece di esserti fermato alla misura, all’altezza di una pagina….avessi continuato per tanto ancora….bhe…..non ci vedi una bella sciarpa?

Se invece fai un quadrato, della misura di un cuscino……ne replichi un altro….cuci ed hai una bella federa!

E ancora, hai un rettangolo, unisci i due lati corti cucendoli….questo bel tubo che hai appena creato non è uno scaldacollo?

e se una delle estremità aperte di questo tubo, la arricci e la cuci stretta, non è un bel cappello?

Da due rettangoli puoi anche fare una maglietta.

Questi sono solo alcuni degli esempi che puoi immaginare e creare.

Possiamo dire che la nostra pagina è come un pattern replicabile.

Il nostro diario diventa uno spazio di creazione e produzione di idee, invenzioni ed emozioni.

Il diario diventa un luogo per esercitare il nostro talento

Anche a distanza di anni, riaprire il diario sarà come tornare indietro nel tempo e l’occasione per rivivere tante emozioni positive.

Quale miglior modo per collezionare ricordi?

https://youtu.be/rk6yvCaF1Fc

Sei maschio o sei femmina?

Sei  maschio o sei femmina?

Sei un ascoltatore o un’ascoltatrice?

E’ una riflessione, su un argomento che mi sta particolarmente a cuore.

Un’amica l’altro giorno mi ha fatto notare che quando parlo nel mio podcast mi rivolgo all’ascoltatore in forma maschile,

non sarebbe meglio farlo al femminile visto l’argomento?

 sicuramente le ascoltatrici saranno quasi esclusivamente femminili.

l’argomento uncinetto però secondo me è per tutti, si tutti, maschi e femmine e io mi rivolto appunto a tutti.

Tutti e tutte forse dovrei dire,

io mi rivolgo in forma maschile semplicemente perché è la lingua italiana che lo prevede, se diciamo TUTTI si intende tutti e tutte.

E’ una regola della lingua italiana, che non prevede un neutro.

Potrei utilizzare sempre la doppia formula cioè ascol/trice tutti/e, diventerebbe però poco fluido l’ascolto di questo podcast.

E non vorrei fare la scelta di utilizzare solo il femminile anche se probabilmente il 90 percento del mio pubblico lo è,

In ogni caso io mi rivolgo sia ai maschi che alle femmine.

Sei maschio o sei femmina<‘

Ma chi sono questi maschi che si interessano all’uncinetto o alla maglia?

Subito viene in mente l’immagine di Tom Daley, tuffatore olimpionico britannico, è diventata famosa la sua foto sui palchi di Tokyo mentre sferruzza una mini pochette per conservare la medaglia d’oro appena vinta.

Russel crow, attore, famoso soprattutto per il ruolo di Massimo Decimo ne Il Gladiatore, 

Ryan Gosling L’attore canadese, sono appassionati di maglia e uncinetto

Solo per citarne alcuni

Ma gli uomini comuni, quelli che incontriamo tutti i giorni chi sono? Chi lavora a uncinetto o a maglia?

Nel mondo anglosassone e nel nord europa in genere, uomini e donne indistintamente coltivano questa passione, esistono corsi appositi anche nelle scuole e università.

Dunque un hobby per tutti, e non solo, anche un lavoro per alcuni.

Qui in italia purtroppo ancora abbiamo molti pregiudizi,  legati agli stereotipi e al mito della mascolinità. Forse è un po’ così nei paesi latini.

Fortunatamente però molte cose stanno cambiando, i social media hanno svolto un ruolo enorme nel rendere l’uncinetto più inclusivo e accessibile,

l’uncinetto attira una vasta gamma di persone, anche uomini che amano e apprezzano quest’arte, e  soprattutto i giovani uomini il cui interesse è crescente.

Molto conosciuto è il  gruppo che si chiama i Magliuomini nato nel 2012  e  che  oggi conta migliaia di iscritti

I Magliuomini sono uomini che amano fare la maglia, l’uncinetto, la filatura, il ricamo, il macramè e la tessitura”, ma attenzione non è un gruppo esclusivo, vi partecipano anche le donne.

Attraverso i social restano in contatto, si scambiano consigli e organizzano incontri nelle varie città o dei veri e propri raduni.

Per chi è del settore, chi bazzica sui social, chi frequenta da tempo questo ambiente e si interessa di arte tessile è abituato a non distinguere il genere dell’uncinetto, è un argomento ormai sdoganato,  

ma mi accorgo che tra le persone comuni non è così, il pregiudizio non è solo di genere ma anche legato all’età, come se fosse un hobby solo per le nonne.

E spesso non ci si trova a proprio agio a lavorare da soli in pubblico, soprattutto se si è uomini, a causa degli sguardi troppo curiosi e di scherno.

Se sei incuriosito, se sei tentato ma nello stesso tempo intimorito, non desistere, l’uncinetto è discreto, piccolo si nasconde facilmente e non per forza deve essere l’argomento principale di un primo appuntamento!

E ora dimmi, tu che mi ascolti sei maschio e sei femmina?

Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

podcast conta con me

Conto le maglie alte

Ogni momento di attesa diventa per me un’occasione da non perdere per lavorare a uncinetto.

Anche se ho solo pochi minuti liberi non posso aspettare

Perché questa ingordigia? E’ sana?

Riflessione – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Sostenibilità e uncinetto, è possibile?                      

Riflettiamoci insieme.

Nella scorsa puntata abbiamo parlato degli eccessi di noi malati di uncinetto. E’ stato un gioco ma in fondo un pizzico di verità c’è.

Cerchiamo di capire se c’è un modo sostenibile per questa nostra passione, una nuova consapevolezza nel nostro rapporto col mondo e noi stessi.

La prima parola che mi viene in mente è minimalismo, lo so parola usata e abusata.

Avvicinarsi a uno stile di vita minimal però non vuol dire privarsi di tutto,

per me è dare valore a ciò che per ognuno di noi ha un reale significato, e che  dà beneficio

il minimo non è inteso in senso assoluto, ma è il minimo per noi, che è soggettivo e personale e guidato dai nostri valori.

Dobbiamo agire su 3 fronti,  fondamentali:

Preservare le risorse, concentrarci sull’essenziale, e consumare in modo consapevole.

Credo sia questa la chiave, la consapevolezza.

Lo sforzo che possiamo fare è proprio questo atto di consapevolezza: fare spazio alle cose ci stanno più a cuore.

Ridurre per lasciare posto a quegli oggetti, quelle attività e quelle persone che portano felicità, gioia e serenità nella nostra vita.

In questo senso il minimalismo è un’esigenza dell’anima.

Scegliere in maniera cosciente ci fa agire sul piano più concreto e materiale, per poter infine operare sul nostro mondo interiore.

E’ importante vivere intenzionalmente

Fumio Sasaki, autore minimalista giapponese ci spiega come  gli oggetti intorno a noi ci inviano continuamente dei messaggi

La chiama la silent list cioè la lista silenziosa

E’ come se gli oggetti ci parlassero, richiamando con la loro presenza costantemente la nostra attenzione. I piatti nel lavandino ci dicono lavaci, gli oggetti sulle mensole ci dicono spolveraci, i vestiti in disordine ci dicono sistemaci,  il telefonino ci dice prendimi.

Ovunque posiamo gli occhi ci sono questi oggetti che ci distraggono.

In qualche modo consumano il nostro tempo e la nostra energia, anche solo per la loro presenza, perché ci parlano in silenzio.

E’ rumore intorno a noi e dobbiamo imparare a limitarlo secondo Fumio  riducendo al minimo gli oggetti che facciamo entrare nella nostra vita scegliendoli in un modo consapevole.

Sceglierli in modo consapevole significa che li teniamo cioè solo se siamo pronti a scambiare con loro tempo ed energia.

Questo concetto mi piace molto, non ci dice di ridurre tutto al minimo, ma di mantenere quello che possiamo vivere, di cui possiamo goderne e trarne beneficio.

Negli ultimi anni ho cercato uno stile di vita più minimalista, cioè tenere solo cose che effettivamente utilizzo, per esempio in cucina, gli attrezzi sono sempre tanti

ho ridotto i vestiti e ogni anno elimino o regalo cose che non ho utilizzato di recente.

Non mi viene bene questo lavoro….siamo una famiglia di 5 persone e lo spazio che lascio io….viene immediatamente riempito da qualcuno che non ha sposato il mio stesso impegno.

In più ogni volta che a casa manca qualcosa….automaticamente la colpevole sono io…. che sicuramente l’avro buttato.

La silent list dell’uncinetto – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

I filati e l’uncinetto possono essere esonerati dalla silent list?

Sicuramente anche loro ci parlano silenziosamente in continuazione.

Anche per l’uncinetto non sono esagerata, non possiedo in termini assoluti molti filati adire la verità,

Ma appunto proprio per il concetto che esprimevo  del “il nostro minimo”, mi accorgo che è comunque troppo.

Non è il numero assoluto di filati, ma è la tipologia e il modo in cui li possiedo.

Per esempio ho gomitoli derivanti da acquisti sbagliati fatti  all’inizio che non sono riuscita ad utilizzare e che quasi sicuramente non utilizzerò mai.

Proviamo una felicità al momento dell’acquisto, quasi inebriante, ma siamo sicuri che poi questa felicità in casa si mantenga a lungo?

Oppure ho accettato filati in regalo solo perché gratis, senza sapere di fatto  cosa farci

e rendendomi conto che nemmeno dopo molti mesi o anni non ho trovato un loro utilizzo. E giacciono sapendo che rimarranno lì per sempre.

Se è comunque un ricordo,  un regalo sentito, un acquisto fatto insieme  ad un amico o amica, oppure legato a qualche evento …bhe, va bene comunque, basta la dolcezza del ricordo a dargli un posto di riconoscimento in casa.

Ho cercato di darmi delle regole, che sono mie e per le mie esigenze, per far si che non mi senta sopraffatta dalle loro voci, ma che sia un’esperienza felice con loro.

Ho avuto la necessità di rivedere tutto il mio stash e dividerlo in 3 sezioni

1 – i filati belli, magari appena comprati, di cui ne possediamo in quantità da poter realizzare un maglione o comunque un capo intero. Questo sono i filati da tenere sempre bene presente prima di fare un nuovo acquisto.

2 – gli avanzini, dei gomitoli belli, avanzati da progetti e che quindi ne possiedo di pochi metraggi. Sono sicuramente da tenere per progetti piccoli o colorati, per esperimenti e prove.

3 – tutti quei gomitoli che non ci piacciono che non riusciamo ad usare perché non adatti a uncinetto. Questi ebbene sì, dovrebbero essere eliminati

Le regole per gestire la mia passione con sostenibilità – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Vediamo in concreto quali sono le regole che mi sono data, i primai passi che posso fare con la mia passione, se già lo fai anche tu  e se rispecchia i tuoi valori:

Prima regola che mi sono data è non comprare….sembra banale ma è l’unico modo per non ingrassare il nostro stash.

Cosa intendo non comprare

cioè …..fino a che non hai lavorato i filati che già possiedi, quei filati della prima sezione, quei filati belli che potranno sicuramente sostituire egregiamente la tipologia indicata in un determinato progetto. Prima di acquistarne di nuovi sei sicuro che tra quelli che possiedi non ce ne siano di adatti alla sostituzione?

La seconda regole è se compri,  scegli bene, parti dai filati che sono giusti per te quei filati che possono essere utilizzati con facilità e piacere, che sono adatti al tuo livello di capacità e che non ti facciano impazzire se magari devi disfare un pezzetto di lavoro.

Quei filati che ti fanno arrivare alla fine del progetto e non abbandonare tutto.

La terza regola è quella di  valutare bene cioè sapere già  l’utilizzo che se ne vuol fare e non agire d’impulso, acquistarli solo perché ti piacciono e vedrai tanto sicuramente qualcosa farai,

il rischio che l’entusiasmo possa calare entro pochi giorni è alto.

La quarta regola è valutare la composizione dei filati e capire quelli che effettivamente sono più facili da manutenere

e scegliere i  difficili solo se sappiamo effettivamente che abbiamo voglia di occuparcene e che ne siamo in grado

I nostri lavori vanno trattarli con cura e rispetto e cercare di farli rimanere più a lungo possibile con noi.

La quinta regola è l’organizzazione: l’ordine aiuta a percepire lo spazio in modo più calmo  e sereno in modo da

  • avere tutto sott’occhio senza il rischio semplicemente di dimenticarli, non ti scordi, ti rendi conto davvero di quando possiedi, non dimentichi in giro cose.
  • Dividerli per colore, per composizione, e per metraggio così da facilitare la scelta per nuovi progetti

La sesta regola è quella uno dentro, uno fuori, compri un nuovo filato solo quando ne hai consumato uno del tuo stash

La settima regola è la regola dell’eccezione: prevedi le eccezioni alle regole che ti sei dato, l’utilità di questo elenco è proprio quello di darsi un metodo, ma quando è bello ogni tanto agire d’istinto.

AMA QUELLO CHE FAI

E infine, non è una regola,  ama quello che hai

Questo è il  cuore di tutto,

la convinzione che ci manchi sempre qualche cosa per essere felici, ci fa inseguire l’ennesimo acquisto che magari abbiamo visto on line solo perchè ci sembra che ci manchi quello per esser felici,

in realtà se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che abbiamo già tutto quello che ci può dare gioia.

Se ci concentriamo sui nostri filati, quello che possono darci e come possono essere utilizzati magari per progetti a cui non avevamo pensato, diamo sfogo a nuove idee. Saremo così pieni di gioia che non andremo certo on line a comprare l’ennesimo offerta solo perché in sconto

E ora dimmi, i tuoi gomitoli ti parlano?

sei un accumulatore seriale o hai tutto sotto controllo?

TUTORIAL MOMENT, Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere

Video maglia alta

https://www.urbancrochet.com/wp-admin/post.php?post=399&action

Oggi impariamo un altro punto, la maglia alta, Trovi i link ai video

ci sarà utile perché potremo

alternarla alla maglia bassa, alternare  le righe o gli stessi punti tra loro per creare trame diverse, diverse

combinazioni per infinite trame.

Trova la tua.

E comincia a scrivere le tue pagine del diario

https://www.youtube.com/@Urbancrochet/playlists

LA PASSIONE CHE BRUCIA

La passione che brucia, a uncinetto

Nuova puntata PODCAST CONTA CON ME

PODCAST conta con me

MOMENTO DELLA GIORNATA, la passione che brucia

Il mio momento prima di entrare al lavoro, ma perché il viaggio dura così poco?

Prima di appassionarmi all’uncinetto mi portavo sempre dietro un libro . Ora ho sempre un gomitolo in borsa e l’uncinetto in tasca.

E’ piccolo e occupa poco spazio, lo porti ovunque e lo puoi lasciare e riprendere con facilità.

Ho sempre in lavorazione più progetti insieme, ma di tipologie diverse: come coi libri.

C’è il  progetto per il divano, che di solito è un progetto grande, con punti facili e ripetitivi, puoi seguire le tue serie preferite mentre lo lavori,

o rilassarti chiacchierando  con amici e famigliari,

ormai si sono abituati a vedermi sempre con le mani in movimento.

il progetto da scrivania, di solito lo riservo ad un lavoro più complesso se richiede calcoli e attenzione. Ho la necessità di prendere appunti e mi occorre più concentrazione.

La scrivania mi  mette in uno stato di efficienza laboriosa. Mi piace sicuramente rilassarmi, ci sono però anche momenti in cui trovo piacere nel far funzionare il cervello. Ho bisogno di far frizzare il cervello, di stimoli e sfide.

E  il progetto da borsetta,  che è piccolo e maneggevole, e mi segue ovunque.

E tu, sferruzzamente parlando, sei monogamo o poligamo?

RIFLESSIONE

Di persone che affrontano un progetto alla volta ne ho conosciute pochissime, o forse nessuna ora che ci penso.

La creatività mi spinge a essere curiosa e a esplorare cose nuove da provare, infatti oltre ai vari progetti ho in lavorazione anche tanti campioni, esperimenti e tentativi di nuovi punti e combinazioni di colori.

Mi succede sempre quando lavoro a uncinetto, vengo stimolata da nuove  idee e spunti che devo subito mettere in pratica. Più lavoro e maggiori sono gli stimoli.

Se mi ritrovo con un blocco di creatività, ormai lo so, non devo fare altro che prendere in mano un filo e l’uncinetto e lavorare, anche senza meta, solo per il piacere di muovere le mani.

Il mio cervello ne coglie subito gli stimoli e si riattiva. Chissà dov’erano tutte queste nuove idee prima,

Si verifica uno sblocco. E ogni volta mi sembra una magia.

LA PASSIONE CHE BRUCIA

La tua passione per l’uncinetto ha preso il sopravvento e ti è sfuggita di mano?

Prognosi: MATTA di uncinetto

Quali sono i sintomi di questa malattia? Non sarà mica contagiosa!

Oggi facciamo autodiagnosi: misuriamo la tua e la mia febbre per l’uncinetto.

Ecco i 20 sintomi certi: se ne hai almeno 12 sei ammalato! la passione che brucia

  1. Il numero dei tuoi gomitoli in casa o delle borse progetto disseminate ovunque è diventato insostenibile.  Non sapendo  più dove metterli stai seriamente meditando si soppalcare.
  2. Parti per le vacanze o per un we e devi prevedere una valigia in più per i tuoi progetti e i filati.
  3. Cammini, fai una passeggiata, guardi le vetrine dei negozi ti fermi qualcosa ha catturato la tua attenzione. Scatti una foto e subito devi ritornare a casa e replicare quel maglione o accessorio che hai visto.
  4. Arrivi nel tuo negozio di filati preferito, ti vedono ti stendono un tappeto rosso ti chiamano per nome e in poche parole cominciano a fregarsi le mani
  5. A Natale, al tuo compleanno, ad ogni circostanza chi ti conosce sa che per farti felice basta regalarti un gomitolo.
  6. D’estate quando il termometro va a 40  lavori lo stesso i filati invernali, scegli deliberatamente di morire di caldo ma devi assolutamente finire quel maglione entro settembre.
  7. Ogni fine settimana si sa le tue gite sono un giro al negozio preferito, alla bancarella del mercato, a fiere o eventi (solo per dare un’occhiata  non compro nulla, ho già tanto). Seh! e qualcuno ha già smesso da tempo di accompagnarti.
  8. La tua routine quotidiana, da un momento tranquillo passato nel posticino a lavorare, magari mezz’oretta dopo cena, a fine giornata, per rilassarsi ……si è trasformato in: ovunque e dovunque. Mentre parli con qualcuno, mentre aspetti l’acqua che bolla, in coda in posta, dal dentista, in treno, tra amici,. A qualsiasi ora del giorno e della notte.
  9. Manutenzione dei capi fatti a mano con i filati naturali: prima usavi solo la lavatrice, ora devi lavare a mano. Sciacquare alla temperatura corretta, strizzarli delicatamente uno ad uno avvolgendoli nell’asciugamano, metterli in bloccaggio, stenderli in piano, riporli in luogo sicuro da acari. E tutto un sacco di altre cose che effettivamente gravano ulteriormente sui tuoi compiti quotidiani.
  10. Non vuoi più guidare se sei in compagnia, pretendi che lo faccia l’altro, così puoi lavorare a  quel progetto che devi assolutamente finire il prima possibile.
  11. Ti ritrovi a guardare le previsioni del tempo non più per andar a fare un bel we al mare ma per capire se puoi lavare i tuoi maglioni.
  12. Hai una lista lunga di pattern e schemi acquistati on line di cui non potevi proprio fare a meno e per replicarli tutti dovresti avere 7 vite come i gatti.
  13. Sei appena tornata dalle vacanze scorri la tua galleria di foto e scopri che hai più foto di modelli di capi e accessori che di tramonti.
  14. Vai in merceria a comprare un ago e……. dopo 3 ore ti ritrovi in cassa con 200 euro in meno e un vago senso di colpa.
  15. I gomitoli te li guardi, te li coccoli, te li annusi, te li accarezzi.
  16. Ti accorgi ad un certo punto che i we, il tuo tempo libero piano piano viene completamente assorbito dall’u. E’ piacevole ma ti toglie energie e anche un po’ di libertà.
  17. Prima la tua stagione preferita era l’estate e amavi il cado, ora non vedi l’ora che arrivi l’autunno e l’inverno per lavorare filati caldi e indossare i morbidi capi.
  18. Dal tuo estratto conto bancario, è evidente che quello che prima spendevi in vestiti ora lo spendi per lo shopping dell’uncinetto.
  19. Ti rendi conto che il numero dei gomitoli che possiedi è aumentato, che molti di quei filati non li conosci abbastanza bene e non sai come utilizzarli. E ora che hai scelto un nuovo progetto da iniziare ti accorgi che non hai in casa il filato adatto e lo devi comprare.
  20. Ti svegli di notte e ti vengono in mente soluzioni di calcoli che non riuscivi a far quadrare oppure idee per l’ennesimo nuovo progetto. A quel punto ti devi assolutamente alzare e prendere nota, prima di dimenticartene.

RIFLESSIONE

E ora dimmi sei stato contagiato anche tu?

L’uncinetto dovrebbe renderci felici e dobbiamo imparare a gestire questa passione in un modo equilibrato.

Dobbiamo impegnarci a renderlo sostenibile per noi e il pianeta.

TUTORIAL MAGLIA BASSA, la passione che brucia

https://youtu.be/v_Yn7MEmql8

Ed ora si comincia a fare sul serio,

avete fatto il cappietto? E la catenella?

oggi impariamo a fare la maglia bassa e il nostro progetto comincerà a prendere forma. Qui sotto troverai il link al video.

Ho deciso di svelarti che cosa sarà:

realizzeremo la pagina di un diario,

già …ma perché??

Motivazioni pratiche: è un rettangolo, dalle dimensioni piccole, quindi è come un campione, lo lavoriamo con la maglia bassa oppure decidi tu il punto che preferisci, se sei già esperto.

Puoi realizzarne tante di pagine con diversi punti, colori e combinazione di filati. Ma non tutte subito, saranno pagine che accompagneranno i tuoi sforzi e documenteranno i tuoi progressi.

E alla fine possiamo rilegarle in una bella copertina.

Motivazione sentimentale: diventerà il tuo diario dell’uncinetto. Il libro ricordo dei tuoi primi passi, e col tempo una raccolta di tutti i punti che ti piacciono, che hai provato o inventato, un aiuto per organizzare i tuoi campioni.

Comincia a tessere la tua storia, i tuoi ricordi, i tuoi sogni.

Conta con me.

https://www.urbancrochet.com/wp-admin/post.php?post=363&action

come iniziare a fare uncinetto CONTA CON ME PODCAST – l’inizio

Come iniziare a fare uncinetto

Uno, due, tre, quattro, cinque…… 

È una mattina rigida ed è l’alba o forse prima perchè tutto fuori è buio

sei sette otto nove dieci …..  

Conto le catenelle

Le conto a mente, in casa c’è silenzio, un momento unico nella mia giornata:

di sopra gli altri dormono, io sono giù in cucina, dopo la mia tazza di caffelatte bollente.

undici dodici tredici …

Gesti ripetuti, un punto alla volta, candenzati, dei piccoli passi di inizio

L’inizio di un viaggio nel magico mondo dell’uncinetto.

Non sono più faticose le mie albe, l’uncinetto mi calma mi ancora mi salva.

Conta con me è il mio podcast,

io sono Marina follemente innamorata dell’uncinetto

In ogni puntata, un punto alla volta, ti porto nel mio rifugio a riscoprire la gioia di immaginare e creare

Conta con me.

Di solito comincio il mio progetto all’uncinetto con la catenella,

 non sempre… perché ci sono altri modi, ma di solito scelgo questo.

Ma, per fare la catenella, è necessario  prima fare il  nodo d’inizio.

Quindi tutto ha inizio da un nodo,…. Il cappietto.

Mentre dico queste parole le ascolto:

catena, nodo, cappio

e mi arrivano delle immagini…. come di sassi  pesanti,

sembrano tutte parole negative:

le catene fisiche e mentali di cui ci vogliamo liberare,

un nodo/un groppo in gola quando soffriamo,

e il cappio…bhe…ci riporta a quel significato.

Se ci rifletto un po’ su però per me il filo che si intreccia, mentre le mie dita si muovono con l’uncinetto prende un significato diverso,

si, assolutamente positivo:

un significato di unione, di legame e di continuità.

Nel 2018 ho fatto un piccolo incidente

(ho rotto un piede) e mi sono trovata costretta a rallentare parecchio le mie attività.

Fino ad allora ero abituata ad attraversare le mie giornate con una tale frenesia (ora la chiamo così ma allora mi sembrava normale) cercando di stare dietro a tutti gli impegni lavorativi e famigliari, tanti.

Questa frenesia che non riuscivo a rallentare, non trovava tregua nelle lunghe ore sul divano, mi creava ansia ed è stato difficile gestirla.

Avevo assoluto bisogno di un lavoro manuale!

Ed è così…. che è iniziato il mio amore per l’uncinetto.

Mai prima di quel momento avevo sentito così tanta passione nel fare qualcosa.

Quell’incidente inaspettato, adesso posso dirlo,  è stato un regalo

che mi ha concesso la vita,

ha in qualche modo dirottato la linea retta del mio quotidiano,

l’ha spostata di pochi millimetri, come una nave .ha virato di qualche grado

e il cambiamento che non mi ero accorta fosse iniziato col passare del tempo è cresciuto.

Mi ha permesso di modificare un passo alla volta o meglio dire un punto alla volta le mie abitudini, le mie reazioni di fronte agli eventi della vita.

Ci ho riflettuto un po’  su, su questo fatto mi è successo altre volte  che degli eventi relativamente piccoli, abbiamo inciso profondamente in me.

A differenza invece di problemi più gravi, che come tutti ho avuto

 e che mi hanno sopraffatta, con basse capacità di reagire, da cui forse ho imparato poco.

Molte persone hanno sorprendenti capacità di rinascita dalle grandi tragedie, io no,

ho tempi molto lunghi, anche solo per uscirne.

Ma da piccoli intoppi riesco a trarne cambiamenti e crescita.

Questo l’ho imparato praticando l’uncinetto. Si, la chiamo pratica, come si pratica lo yoga, quante affinità!

E’ un’arte che mi ha insegnato la pazienza, a cercare e trovare soluzioni, Quando lavoro a uncinetto riesco ad allontanare i pensieri intrusivi    e a stare concentrata

attraverso la realizzazione di ogni mio progetto sto imparando a guardarmi dentro, e a conoscermi

Anche se il mio obiettivo  è quello di creare un capo o un oggetto, mi accorgo presto che la motivazione che mi spinge, il vero motore, è il percorso.

Tutto questo mi fa bene alla vita.

L’uncinetto è anche gioia, spensieratezza, relax e divertimento, arrivi ad un punto che non ne puoi più fare a meno, ti dici, ancora un’altra riga e poi smetto, per accorgerti poi che sono passate altre 3 ore!

Ti è mai capitato con qualcosa?

Dicevamo, .che tutto ha inizio da un nodo….

Ma, prima ancora del nodo ovviamente siamo alle prese con la scelta dell’uncinetto e del filato.

Se sei esperto, sicuramente avrai il tuo filato preferito e l’uncinetto che usi più volentieri, e dimmi un po’, senza barare

nonostante la tua collezione infinita prendi sempre lo stesso!

Se sei principiante

ed è la prima volta che ti avvicini a questa arte scegliere tra l’infinità di fibre e composizioni non è facile.

Mi ricordo quando mi ero appassionata di giardinaggio, compravo piante e fiori sull’onda dell’emozione che provavo nello scoprirli e guardarli nei garden e negozi e .ovviamente qualsiasi fogliolina o petalo mi riempivano gli occhi come farne a meno?

Acquisti compulsivi e sbagliati, a scapito delle povere creature verdi.

Attenzione che anche per i filati è lo stesso! Ovviamente non muoiono ma se sbagliamo l’acquisto verranno dimenticati e lasciati nei cassetti. Un vero peccato!!

Quindi

Ti darò se ti fa piacere un piccolo suggerimento

non privatevi però assolutamente del piacere di sperimentare, è il bello di essere principianti, diciamo che ti sforzerai di darti un contegno.

Ecco il suggerimento:

un filato facile è il merino, la lana di pecore merino. . è un filato morbido, ben ritorto, non si impiglia ed è molto scorrevole, senza essere troppo scivoloso.

E’ confortevole all’indosso e ha tantissimi colori, c’è n’e di tutte le marche e di tutte le tasche.

Team filati invernali o team filati estivi? Da che parte stai?

Seguimi nelle prossime puntate che ne parliamo, ti anticipo solo che io amo le calde coccole .e i colori vibranti

E ora conta come,

prendi in mano l’uncinetto e il filo

troverai qui sotto un link al primo video di un progetto che prenderà forma attraverso le puntate di questo podcast.

Lo puoi realizzare insieme a me se ti va.

Conta con me

https://rss.com/podcasts/conta-con-me

https://www.urbancrochet.com/2024/06/20/conta-con-me-podcast-trailer

come iniziare a fare uncinetto

Conta con me è un podcast di uncinetto

podcast conta con me a uncinetto

Conta con me è un podcast di uncinetto, che parla di uncinetto e del suo il potere di cambiarti la vita, solo se ci credi però!

Ascoltalo ora!

https://podfollow.com/conta-con-me

https://www.youtube.com/playlist?list=PLVgSFbT10Kh6L3epwfk-cTKJ9edqPCI4N

link ai video tutorial

Da tanto tempo desideravo fare un podcast e parlare di uncinetto, io amo parlare di uncinetto.

Avevo aperto, ed ho tutt’ora, un canale YouTube, a cui sono molto affezionata, ho incontrato una community fantastica, gli utenti però cercano soprattutto video tutorial.

Il podcast mi permette di dare libero sfogo a pensieri e condivisioni, rivolgendomi ad un pubblico che è lì per questo: ascoltare.

TRAILER PODCAST CONTA CON ME

C’è un momento della giornata che è solo tuo? Un angolino tutto per te dove puoi lasciare fuori il resto del mondo e tutte le preoccupazioni?

Il mio è l’uncinetto…. lo so è un oggetto

ma quando lo tocco ha il potere ovunque io sia di aprire una porta magica e farmi entrare nel mio momento solo mio e nel mio angolino tutto per me.

Conta con me, è il mio podcast

Sono Marina e amo parlare di uncinetto…Si si parlare perché l’uncinetto non solo si fa…..

In questo podcast dell’uncinetto si parla

Ti racconto di come ho iniziato ad amare l’uncinetto e della mia sete di imparare.

Ti parlo dei miei progetti che immagino, comincio e che a volte scelgono strade diverse e diventano altro da come li avevo pensati, forse anche migliori.

Condivido i miei errori….. inevitabili e direi indispensabili, e i miei momenti gratificanti.

Filati che mi scaldano il cuore e colori che mi riempiono gli occhi, intrecci e trame.

Ascolta il mio podcast

“conta con me”

esce ogni giovedì, Un punto alla volta, ti porto nel mio rifugio e se ti va di sperimentare, troverai sotto ogni puntata i link ai video per realizzare un progetto insieme.

Comincia a intrecciare la tua storia i tuoi ricordi e i tuoi sogni.

Conta con me

https://rss.com/podcasts/conta-con-me

https://www.urbancrochet.com/2024/06/27/conta-con-me-podcast-linizio

conta con me è un podcast di uncinetto che parla di uncinetto e del suo potere magico

3Xxx scaldacollo

Uncinetto – crochet – tutti i tipi di filato
Questo è un mini corso: troverai sia gli schemi che i video
tutorial passo a passo per realizzare i 3 progetti:
-Ponchetto stola
-Colletto lupetto
-Turtle neck

Questo disegno è acquistabile per €9.76 EUR  Acquista

Ti spiegherò come ho lavorato i miei capi: le misure, i filati e
il numero di punti, ma il mio desiderio (la mia ambizione!) è
quella di renderti autonom.
Quante varianti potrai effettuare rendendo unico, diverso e
bellissimo ogni tuo progetto!
Una volta appreso “il metodo” potrai sbizzarrirti e creare ciò
che vuoi: potrai cambiare i bordi, le misure e l’alternanza
degli aumenti e sarà facile anche modificare i “multipli” dei
punti.
Abbina filati diversi di foggia e colore, realizzerai sempre
nuove creazioni.
E’ un ottimo progetto per i regali di Natale e puoi provarlo
anche in versione “party” utilizzando filati che luccicano.
Imparerai il punto, imparerai la modalità di eseguire gli
aumenti (occorre un trucchetto per gestire l’alternanza delle
maglie) e potrai utilizzare i filati che desideri e cercare nella
tua scorta (è un progetto “svuota frigo”), chissà quanti
gomitoli singoli possiedi a cui puoi dare vita!
Darai spazio alla tua creatività e realizzerai capi unici, solo
tuoi!
La maglia bassissima viene lavorata alternando la mezza
maglia alta, sarà più semplice quindi recuperare la corretta
tensione e una volta presa la mano non farà più paura.

© Marina Freti

© Marina Freti

© Marina Freti