Quando si tratta di lavorare capi a mano con filati di prima qualità, senza dubbio il primo pensiero è quello che sarà un capo “per sempre”, che ti seguirà e starà con te per molti e molti anni, stessa cosa se deciderai di regalarlo a chi ami.
La prima fase di progettazione è senza dubbio la più importante.
Scegliere il modello che ti piace, che ti vesta bene e che sia confortevole, i tuoi colori preferiti….. è sicuramente la parte più bella.
Ma devi anche fare i conti con le difficoltà tecniche per realizzarlo.
E devi fare i conti, anche! con la pazienza. Eh sì perché l’abbiamo provato tutti quel desiderio di finirlo subito, a scapito spesso delle rifiniture e dei dettagli.
Questo è particolarmente vero quando sei principiante e hai la smania di indossarlo il prima possibile.
In questi casi, allenare la pazienza apprezzando ogni fase del lavoro è la soluzione.
Prova a separare il lavoro in “tappe” per esempio:
avvio – lavorazione del punto – parti del progetto – assemblaggio e cucitura
Potresti trarne grande soddisfazione e godere di quello specifico step e ammirarne il risultato, per poi proseguire con la fase successiva.
Detto questo, non c’è bisogno di preoccuparsi perché non devi essere un maestro dell’uncinetto per ottenere un lavoro ben fatto. E non lo vogliamo nemmeno perfetto!
Tutto ciò che devi conoscere per il momento, è come lavorare la seconda riga.
Tutti abbiamo imparato l’uncinetto facendo metri e metri di catenelle J, ma…. la seconda riga, come la lavori?
Io conosco 3 modi differenti per lavorare la seconda riga a uncinetto, te ne parlo in questo video:
Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere
Conto le maglie alte
Ogni momento di attesa diventa per me un’occasione da non perdere per lavorare a uncinetto.
Anche se ho solo pochi minuti liberi non posso aspettare
Perché questa ingordigia? E’ sana?
Riflessione – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere
Sostenibilità e uncinetto, è possibile?
Riflettiamoci insieme.
Nella scorsa puntata abbiamo parlato degli eccessi di noi malati di uncinetto. E’ stato un gioco ma in fondo un pizzico di verità c’è.
Cerchiamo di capire se c’è un modo sostenibile per questa nostra passione, una nuova consapevolezza nel nostro rapporto col mondo e noi stessi.
La prima parola che mi viene in mente è minimalismo, lo so parola usata e abusata.
Avvicinarsi a uno stile di vita minimal però non vuol dire privarsi di tutto,
per me è dare valore a ciò che per ognuno di noi ha un reale significato, e che dà beneficio
il minimo non è inteso in senso assoluto, ma è il minimo per noi, che è soggettivo e personale e guidato dai nostri valori.
Dobbiamo agire su 3 fronti, fondamentali:
Preservare le risorse, concentrarci sull’essenziale, e consumare in modo consapevole.
Credo sia questa la chiave, la consapevolezza.
Lo sforzo che possiamo fare è proprio questo atto di consapevolezza: fare spazio alle cose ci stanno più a cuore.
Ridurre per lasciare posto a quegli oggetti, quelle attività e quelle persone che portano felicità, gioia e serenità nella nostra vita.
In questo senso il minimalismo è un’esigenza dell’anima.
Scegliere in maniera cosciente ci fa agire sul piano più concreto e materiale, per poter infine operare sul nostro mondo interiore.
E’ importante vivere intenzionalmente
Fumio Sasaki, autore minimalista giapponese ci spiega come gli oggetti intorno a noi ci inviano continuamente dei messaggi
La chiama la silent list cioè la lista silenziosa
E’ come se gli oggetti ci parlassero, richiamando con la loro presenza costantemente la nostra attenzione. I piatti nel lavandino ci dicono lavaci, gli oggetti sulle mensole ci dicono spolveraci, i vestiti in disordine ci dicono sistemaci, il telefonino ci dice prendimi.
Ovunque posiamo gli occhi ci sono questi oggetti che ci distraggono.
In qualche modo consumano il nostro tempo e la nostra energia, anche solo per la loro presenza, perché ci parlano in silenzio.
E’ rumore intorno a noi e dobbiamo imparare a limitarlo secondo Fumio riducendo al minimo gli oggetti che facciamo entrare nella nostra vita scegliendoli in un modo consapevole.
Sceglierli in modo consapevole significa che li teniamo cioè solo se siamo pronti a scambiare con loro tempo ed energia.
Questo concetto mi piace molto, non ci dice di ridurre tutto al minimo, ma di mantenere quello che possiamo vivere, di cui possiamo goderne e trarne beneficio.
Negli ultimi anni ho cercato uno stile di vita più minimalista, cioè tenere solo cose che effettivamente utilizzo, per esempio in cucina, gli attrezzi sono sempre tanti
ho ridotto i vestiti e ogni anno elimino o regalo cose che non ho utilizzato di recente.
Non mi viene bene questo lavoro….siamo una famiglia di 5 persone e lo spazio che lascio io….viene immediatamente riempito da qualcuno che non ha sposato il mio stesso impegno.
In più ogni volta che a casa manca qualcosa….automaticamente la colpevole sono io…. che sicuramente l’avro buttato.
La silent list dell’uncinetto – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere
I filati e l’uncinetto possono essere esonerati dalla silent list?
Sicuramente anche loro ci parlano silenziosamente in continuazione.
Anche per l’uncinetto non sono esagerata, non possiedo in termini assoluti molti filati adire la verità,
Ma appunto proprio per il concetto che esprimevo del “il nostro minimo”, mi accorgo che è comunque troppo.
Non è il numero assoluto di filati, ma è la tipologia e il modo in cui li possiedo.
Per esempio ho gomitoli derivanti da acquisti sbagliati fatti all’inizio che non sono riuscita ad utilizzare e che quasi sicuramente non utilizzerò mai.
Proviamo una felicità al momento dell’acquisto, quasi inebriante, ma siamo sicuri che poi questa felicità in casa si mantenga a lungo?
Oppure ho accettato filati in regalo solo perché gratis, senza sapere di fatto cosa farci
e rendendomi conto che nemmeno dopo molti mesi o anni non ho trovato un loro utilizzo. E giacciono sapendo che rimarranno lì per sempre.
Se è comunque un ricordo, un regalo sentito, un acquisto fatto insieme ad un amico o amica, oppure legato a qualche evento …bhe, va bene comunque, basta la dolcezza del ricordo a dargli un posto di riconoscimento in casa.
Ho cercato di darmi delle regole, che sono mie e per le mie esigenze, per far si che non mi senta sopraffatta dalle loro voci, ma che sia un’esperienza felice con loro.
Ho avuto la necessità di rivedere tutto il mio stash e dividerlo in 3 sezioni
1 – i filati belli, magari appena comprati, di cui ne possediamo in quantità da poter realizzare un maglione o comunque un capo intero. Questo sono i filati da tenere sempre bene presente prima di fare un nuovo acquisto.
2 – gli avanzini, dei gomitoli belli, avanzati da progetti e che quindi ne possiedo di pochi metraggi. Sono sicuramente da tenere per progetti piccoli o colorati, per esperimenti e prove.
3 – tutti quei gomitoli che non ci piacciono che non riusciamo ad usare perché non adatti a uncinetto. Questi ebbene sì, dovrebbero essere eliminati
Le regole per gestire la mia passione con sostenibilità – Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere
Vediamo in concreto quali sono le regole che mi sono data, i primai passi che posso fare con la mia passione, se già lo fai anche tu e se rispecchia i tuoi valori:
Prima regola che mi sono data è non comprare….sembra banale ma è l’unico modo per non ingrassare il nostro stash.
Cosa intendo non comprare
cioè …..fino a che non hai lavorato i filati che già possiedi, quei filati della prima sezione, quei filati belli che potranno sicuramente sostituire egregiamente la tipologia indicata in un determinato progetto. Prima di acquistarne di nuovi sei sicuro che tra quelli che possiedi non ce ne siano di adatti alla sostituzione?
La seconda regole è se compri, scegli bene, parti dai filati che sono giusti per te quei filati che possono essere utilizzati con facilità e piacere, che sono adatti al tuo livello di capacità e che non ti facciano impazzire se magari devi disfare un pezzetto di lavoro.
Quei filati che ti fanno arrivare alla fine del progetto e non abbandonare tutto.
La terza regola è quella di valutare bene cioè sapere già l’utilizzo che se ne vuol fare e non agire d’impulso, acquistarli solo perché ti piacciono e vedrai tanto sicuramente qualcosa farai,
il rischio che l’entusiasmo possa calare entro pochi giorni è alto.
La quarta regola è valutare la composizione dei filati e capire quelli che effettivamente sono più facili da manutenere
e scegliere i difficili solo se sappiamo effettivamente che abbiamo voglia di occuparcene e che ne siamo in grado
I nostri lavori vanno trattarli con cura e rispetto e cercare di farli rimanere più a lungo possibile con noi.
La quinta regola è l’organizzazione: l’ordine aiuta a percepire lo spazio in modo più calmo e sereno in modo da
avere tutto sott’occhio senza il rischio semplicemente di dimenticarli, non ti scordi, ti rendi conto davvero di quando possiedi, non dimentichi in giro cose.
Dividerli per colore, per composizione, e per metraggio così da facilitare la scelta per nuovi progetti
La sesta regola è quella uno dentro, uno fuori, compri un nuovo filato solo quando ne hai consumato uno del tuo stash
La settima regola è la regola dell’eccezione: prevedi le eccezioni alle regole che ti sei dato, l’utilità di questo elenco è proprio quello di darsi un metodo, ma quando è bello ogni tanto agire d’istinto.
AMA QUELLO CHE FAI
E infine, non è una regola, ama quello che hai
Questo è il cuore di tutto,
la convinzione che ci manchi sempre qualche cosa per essere felici, ci fa inseguire l’ennesimo acquisto che magari abbiamo visto on line solo perchè ci sembra che ci manchi quello per esser felici,
in realtà se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che abbiamo già tutto quello che ci può dare gioia.
Se ci concentriamo sui nostri filati, quello che possono darci e come possono essere utilizzati magari per progetti a cui non avevamo pensato, diamo sfogo a nuove idee. Saremo così pieni di gioia che non andremo certo on line a comprare l’ennesimo offerta solo perché in sconto
E ora dimmi, i tuoi gomitoli ti parlano?
sei un accumulatore seriale o hai tutto sotto controllo?
TUTORIAL MOMENT, Sostenibilità e consapevolezza per il nostro benessere
Il mio momento prima di entrare al lavoro, ma perché il viaggio dura così poco?
Prima di appassionarmi all’uncinetto mi portavo sempre dietro un libro . Ora ho sempre un gomitolo in borsa e l’uncinetto in tasca.
E’ piccolo e occupa poco spazio, lo porti ovunque e lo puoi lasciare e riprendere con facilità.
Ho sempre in lavorazione più progetti insieme, ma di tipologie diverse: come coi libri.
C’è il progetto per il divano, che di solito è un progetto grande, con punti facili e ripetitivi, puoi seguire le tue serie preferite mentre lo lavori,
o rilassarti chiacchierando con amici e famigliari,
ormai si sono abituati a vedermi sempre con le mani in movimento.
il progetto da scrivania, di solito lo riservo ad un lavoro più complesso se richiede calcoli e attenzione. Ho la necessità di prendere appunti e mi occorre più concentrazione.
La scrivania mi mette in uno stato di efficienza laboriosa. Mi piace sicuramente rilassarmi, ci sono però anche momenti in cui trovo piacere nel far funzionare il cervello. Ho bisogno di far frizzare il cervello, di stimoli e sfide.
E il progetto da borsetta, che è piccolo e maneggevole, e mi segue ovunque.
E tu, sferruzzamente parlando, sei monogamo o poligamo?
RIFLESSIONE
Di persone che affrontano un progetto alla volta ne ho conosciute pochissime, o forse nessuna ora che ci penso.
La creatività mi spinge a essere curiosa e a esplorare cose nuove da provare, infatti oltre ai vari progetti ho in lavorazione anche tanti campioni, esperimenti e tentativi di nuovi punti e combinazioni di colori.
Mi succede sempre quando lavoro a uncinetto, vengo stimolata da nuove idee e spunti che devo subito mettere in pratica. Più lavoro e maggiori sono gli stimoli.
Se mi ritrovo con un blocco di creatività, ormai lo so, non devo fare altro che prendere in mano un filo e l’uncinetto e lavorare, anche senza meta, solo per il piacere di muovere le mani.
Il mio cervello ne coglie subito gli stimoli e si riattiva. Chissà dov’erano tutte queste nuove idee prima,
Si verifica uno sblocco. E ogni volta mi sembra una magia.
LA PASSIONE CHE BRUCIA
La tua passione per l’uncinetto ha preso il sopravvento e ti è sfuggita di mano?
Prognosi: MATTA di uncinetto
Quali sono i sintomi di questa malattia? Non sarà mica contagiosa!
Oggi facciamo autodiagnosi: misuriamo la tua e la mia febbre per l’uncinetto.
Ecco i 20 sintomi certi: se ne hai almeno 12 sei ammalato! la passione che brucia
Il numero dei tuoi gomitoli in casa o delle borse progetto disseminate ovunque è diventato insostenibile. Non sapendo più dove metterli stai seriamente meditando si soppalcare.
Parti per le vacanze o per un we e devi prevedere una valigia in più per i tuoi progetti e i filati.
Cammini, fai una passeggiata, guardi le vetrine dei negozi ti fermi qualcosa ha catturato la tua attenzione. Scatti una foto e subito devi ritornare a casa e replicare quel maglione o accessorio che hai visto.
Arrivi nel tuo negozio di filati preferito, ti vedono ti stendono un tappeto rosso ti chiamano per nome e in poche parole cominciano a fregarsi le mani
A Natale, al tuo compleanno, ad ogni circostanza chi ti conosce sa che per farti felice basta regalarti un gomitolo.
D’estate quando il termometro va a 40 lavori lo stesso i filati invernali, scegli deliberatamente di morire di caldo ma devi assolutamente finire quel maglione entro settembre.
Ogni fine settimana si sa le tue gite sono un giro al negozio preferito, alla bancarella del mercato, a fiere o eventi (solo per dare un’occhiata non compro nulla, ho già tanto). Seh! e qualcuno ha già smesso da tempo di accompagnarti.
La tua routine quotidiana, da un momento tranquillo passato nel posticino a lavorare, magari mezz’oretta dopo cena, a fine giornata, per rilassarsi ……si è trasformato in: ovunque e dovunque. Mentre parli con qualcuno, mentre aspetti l’acqua che bolla, in coda in posta, dal dentista, in treno, tra amici,. A qualsiasi ora del giorno e della notte.
Manutenzione dei capi fatti a mano con i filati naturali: prima usavi solo la lavatrice, ora devi lavare a mano. Sciacquare alla temperatura corretta, strizzarli delicatamente uno ad uno avvolgendoli nell’asciugamano, metterli in bloccaggio, stenderli in piano, riporli in luogo sicuro da acari. E tutto un sacco di altre cose che effettivamente gravano ulteriormente sui tuoi compiti quotidiani.
Non vuoi più guidare se sei in compagnia, pretendi che lo faccia l’altro, così puoi lavorare a quel progetto che devi assolutamente finire il prima possibile.
Ti ritrovi a guardare le previsioni del tempo non più per andar a fare un bel we al mare ma per capire se puoi lavare i tuoi maglioni.
Hai una lista lunga di pattern e schemi acquistati on line di cui non potevi proprio fare a meno e per replicarli tutti dovresti avere 7 vite come i gatti.
Sei appena tornata dalle vacanze scorri la tua galleria di foto e scopri che hai più foto di modelli di capi e accessori che di tramonti.
Vai in merceria a comprare un ago e……. dopo 3 ore ti ritrovi in cassa con 200 euro in meno e un vago senso di colpa.
I gomitoli te li guardi, te li coccoli, te li annusi, te li accarezzi.
Ti accorgi ad un certo punto che i we, il tuo tempo libero piano piano viene completamente assorbito dall’u. E’ piacevole ma ti toglie energie e anche un po’ di libertà.
Prima la tua stagione preferita era l’estate e amavi il cado, ora non vedi l’ora che arrivi l’autunno e l’inverno per lavorare filati caldi e indossare i morbidi capi.
Dal tuo estratto conto bancario, è evidente che quello che prima spendevi in vestiti ora lo spendi per lo shopping dell’uncinetto.
Ti rendi conto che il numero dei gomitoli che possiedi è aumentato, che molti di quei filati non li conosci abbastanza bene e non sai come utilizzarli. E ora che hai scelto un nuovo progetto da iniziare ti accorgi che non hai in casa il filato adatto e lo devi comprare.
Ti svegli di notte e ti vengono in mente soluzioni di calcoli che non riuscivi a far quadrare oppure idee per l’ennesimo nuovo progetto. A quel punto ti devi assolutamente alzare e prendere nota, prima di dimenticartene.
RIFLESSIONE
E ora dimmi sei stato contagiato anche tu?
L’uncinetto dovrebbe renderci felici e dobbiamo imparare a gestire questa passione in un modo equilibrato.
Dobbiamo impegnarci a renderlo sostenibile per noi e il pianeta.
oggi impariamo a fare la maglia bassa e il nostro progetto comincerà a prendere forma. Qui sotto troverai il link al video.
Ho deciso di svelarti che cosa sarà:
realizzeremo la pagina di un diario,
già …ma perché??
Motivazioni pratiche: è un rettangolo, dalle dimensioni piccole, quindi è come un campione, lo lavoriamo con la maglia bassa oppure decidi tu il punto che preferisci, se sei già esperto.
Puoi realizzarne tante di pagine con diversi punti, colori e combinazione di filati. Ma non tutte subito, saranno pagine che accompagneranno i tuoi sforzi e documenteranno i tuoi progressi.
E alla fine possiamo rilegarle in una bella copertina.
Motivazione sentimentale: diventerà il tuo diario dell’uncinetto. Il libro ricordo dei tuoi primi passi, e col tempo una raccolta di tutti i punti che ti piacciono, che hai provato o inventato, un aiuto per organizzare i tuoi campioni.
Comincia a tessere la tua storia, i tuoi ricordi, i tuoi sogni.
È una mattina rigida ed è l’alba o forse prima perchè tutto fuori è buio
sei sette otto nove dieci …..
Conto le catenelle
Le conto a mente, in casa c’è silenzio, un momento unico nella mia giornata:
di sopra gli altri dormono, io sono giù in cucina, dopo la mia tazza di caffelatte bollente.
undici dodici tredici …
Gesti ripetuti, un punto alla volta, candenzati, dei piccoli passi di inizio
L’inizio di un viaggio nel magico mondo dell’uncinetto.
Non sono più faticose le mie albe, l’uncinetto mi calma mi ancora mi salva.
Conta con me è il mio podcast,
io sono Marina follemente innamorata dell’uncinetto
In ogni puntata, un punto alla volta, ti porto nel mio rifugio a riscoprire la gioia di immaginare e creare
Conta con me.
Di solito comincio il mio progetto all’uncinetto con la catenella,
non sempre… perché ci sono altri modi, ma di solito scelgo questo.
Ma, per fare la catenella, è necessario prima fare il nodo d’inizio.
Quindi tutto ha inizio da un nodo,…. Il cappietto.
Mentre dico queste parole le ascolto:
catena, nodo, cappio
e mi arrivano delle immagini…. come di sassi pesanti,
sembrano tutte parole negative:
le catene fisiche e mentali di cui ci vogliamo liberare,
un nodo/un groppo in gola quando soffriamo,
e il cappio…bhe…ci riporta a quel significato.
Se ci rifletto un po’ su però per me il filo che si intreccia, mentre le mie dita si muovono con l’uncinetto prende un significato diverso,
si, assolutamente positivo:
un significato di unione, di legame e di continuità.
Nel 2018 ho fatto un piccolo incidente
(ho rotto un piede) e mi sono trovata costretta a rallentare parecchio le mie attività.
Fino ad allora ero abituata ad attraversare le mie giornate con una tale frenesia (ora la chiamo così ma allora mi sembrava normale) cercando di stare dietro a tutti gli impegni lavorativi e famigliari, tanti.
Questa frenesia che non riuscivo a rallentare, non trovava tregua nelle lunghe ore sul divano, mi creava ansia ed è stato difficile gestirla.
Avevo assoluto bisogno di un lavoro manuale!
Ed è così…. che è iniziato il mio amore per l’uncinetto.
Mai prima di quel momento avevo sentito così tanta passione nel fare qualcosa.
Quell’incidente inaspettato, adesso posso dirlo, è stato un regalo
che mi ha concesso la vita,
ha in qualche modo dirottato la linea retta del mio quotidiano,
l’ha spostata di pochi millimetri, come una nave .ha virato di qualche grado
e il cambiamento che non mi ero accorta fosse iniziato col passare del tempo è cresciuto.
Mi ha permesso di modificare un passo alla volta o meglio dire un punto alla volta le mie abitudini, le mie reazioni di fronte agli eventi della vita.
Ci ho riflettuto un po’ su, su questo fatto mi è successo altre volte che degli eventi relativamente piccoli, abbiamo inciso profondamente in me.
A differenza invece di problemi più gravi, che come tutti ho avuto
e che mi hanno sopraffatta, con basse capacità di reagire, da cui forse ho imparato poco.
Molte persone hanno sorprendenti capacità di rinascita dalle grandi tragedie, io no,
ho tempi molto lunghi, anche solo per uscirne.
Ma da piccoli intoppi riesco a trarne cambiamenti e crescita.
Questo l’ho imparato praticando l’uncinetto. Si, la chiamo pratica, come si pratica lo yoga, quante affinità!
E’ un’arte che mi ha insegnato la pazienza, a cercare e trovare soluzioni, Quando lavoro a uncinetto riesco ad allontanare i pensieri intrusivi e a stare concentrata
attraverso la realizzazione di ogni mio progetto sto imparando a guardarmi dentro, e a conoscermi
Anche se il mio obiettivo è quello di creare un capo o un oggetto, mi accorgo presto che la motivazione che mi spinge, il vero motore, è il percorso.
Tutto questo mi fa bene alla vita.
L’uncinetto è anche gioia, spensieratezza, relax e divertimento, arrivi ad un punto che non ne puoi più fare a meno, ti dici, ancora un’altra riga e poi smetto, per accorgerti poi che sono passate altre 3 ore!
Ti è mai capitato con qualcosa?
Dicevamo, .che tutto ha inizio da un nodo….
Ma, prima ancora del nodo ovviamente siamo alle prese con la scelta dell’uncinetto e del filato.
Se sei esperto, sicuramente avrai il tuo filato preferito e l’uncinetto che usi più volentieri, e dimmi un po’, senza barare
nonostante la tua collezione infinita prendi sempre lo stesso!
Se sei principiante
ed è la prima volta che ti avvicini a questa arte scegliere tra l’infinità di fibre e composizioni non è facile.
Mi ricordo quando mi ero appassionata di giardinaggio, compravo piante e fiori sull’onda dell’emozione che provavo nello scoprirli e guardarli nei garden e negozi e .ovviamente qualsiasi fogliolina o petalo mi riempivano gli occhi come farne a meno?
Acquisti compulsivi e sbagliati, a scapito delle povere creature verdi.
Attenzione che anche per i filati è lo stesso! Ovviamente non muoiono ma se sbagliamo l’acquisto verranno dimenticati e lasciati nei cassetti. Un vero peccato!!
Quindi
Ti darò se ti fa piacere un piccolo suggerimento
non privatevi però assolutamente del piacere di sperimentare, è il bello di essere principianti, diciamo che ti sforzerai di darti un contegno.
Ecco il suggerimento:
un filato facile è il merino, la lana di pecore merino. . è un filato morbido, ben ritorto, non si impiglia ed è molto scorrevole, senza essere troppo scivoloso.
E’ confortevole all’indosso e ha tantissimi colori, c’è n’e di tutte le marche e di tutte le tasche.
Team filati invernali o team filati estivi? Da che parte stai?
Seguimi nelle prossime puntate che ne parliamo, ti anticipo solo che io amo le calde coccole .e i colori vibranti
E ora conta come,
prendi in mano l’uncinetto e il filo
troverai qui sotto un link al primo video di un progetto che prenderà forma attraverso le puntate di questo podcast.
Oggi vi porterò alla scoperta di un maglione a uncinetto lavorato a pannelli.
Bella scoperta direte voi! Già…la costruzione è molto basic, si lavorano quattro rettangoli (o quadrati), 1 per il dietro, 1 per il davanti e due per le maniche, poi si cuciono insieme. Non ci sono scalfi, né modellature particolari, solo il collo viene realizzato con le righe accorciate.
E’ proprio questa libertà che ci permetterà di scegliere se mantenere la semplicità oppure se personalizzare e aggiungere dettagli che arricchiranno il capo.
Spesso siamo portati a credere che l’uncinetto sia più veloce quando utilizziamo punti alti e filati grossi per lavorazioni aperte. Ma perché non provare qualcosa di diverso? Scegliere punti più piccoli e lavorare con filati sottili può portare a risultati sorprendenti, evitando così l’effetto ingombrante dei maglioni tradizionali.
E’ per principianti? Si, se scegliete un punto base, che vi piace e che lavorate con facilità, poi sono solo righe di andata e ritorno, senza aumenti o diminuzioni. E’ la classica lavorazione per principianti.
Se sei principiante e lavori meglio i punti classici con filati più grossi, scoprirai che c’è un metodo per rendere la lavorazione altrettanto bella e raffinata.
Qui ci viene in aiuto la lavorazione in orizzontale, cioè il capo viene lavorato “sdraiato”. In Questo modo quando poi lo si indossa la trama è verticale e i punti acquisiscono un aspetto molto originale.
La misura dell’avvio è la lunghezza della maglia, la larghezza della maglia sono le righe che lavoreremo.
Una volta eseguito il pannello del dietro avremo un bel grande campione e sarà facile calcolare la misura dello scollo e delle maniche.
Top down ad uncinetto facile veloce per tutti, è una lavorazione senza cuciture si parte dall’alto cioè dal collo e si scende fino alla vita o ai fianchi, viene lavorato in tondo.
Questo è proprio il modo più semplice, io lo utilizzo per “far fuori” i filati, quelli che non mi piacciono e che non riesco a utilizzare per lavorazioni più complesse.
La lavorazione che prediligo è quella orizzontale e ci sto dedicando molto tempo studio e sperimentazione per ottenere rifiniture e modelli su misura e al momento non ho ancora posto la giusta attenzione al top down.
Quindi non c’è alzata del collo, non ci sono bordi in fondo, non ci sono polsini, non c’è bordo del collo, solo maglie basse lavorate in costa dietro che ci regalano una texture di barrette orizzontali che a me piace molto.
Cosa ottengo? una maglia versatile, semplice ma bella, facilmente lavorabile, divertente e molto molto veloce! ogni tanto ci vogliono progetti rilassanti :).